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giovedì 16 ottobre 2008

L'elezione di Wojtyla


La sera del 16 ottobre 1978, poco dopo le sei, il mondo intero era davanti ai televisori per un'occasione rara che però quell'anno si verificava per la seconda volta nel giro di tre mesi: la fumata bianca. Il nuovo papa, che succedeva a Giovanni Paolo I, morto il 29 settembre, era stato eletto e si attendeva che ne venisse proclamato il nome con rito antico.

Quando il cardinale Pericle Felici pronunciò: "Adnuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam, eminentissimum ac reverendissum Dominum Dominum Carlum Sanctae Romanae Ecclesiae cardinalem Wojtyla" la folla di Piazza San Pietro e quasi tutti quelli davanti ai teleschermi rimasero sbigottiti: dal nome sembrava un papa africano, un cardinale di colore assurto al trono di Pietro... La Chiesa era pronta per questo? Poi il cardinale Felici dopo quella lunga pausa, quasi studiata per lasciar decantare la sorpresa della folla, aggiunse: "Qui sibi nomen imposuit Johannis Pauli". L'applauso scoppiò fragoroso: quel nome, Giovanni Paolo, era un segno di continuità con il "sorriso" di Papa Luciani.

Un papa non italiano, polacco si scoprì subito, il primo 455 anni dopo l'olandese Adriano VI. Se vi era qualche preoccupazione, ci pensò lui stesso a spazzarla via, quando, qualche minuto dopo, si affacciò alla loggia della Basilica di San Pietro per impartire la prima benedizione urbi et orbi: "Se sbaglio, mi corriggerete!" disse alla Piazza gremita conquistando il primo fragoroso applauso di un pontificato molto lungo, durato ventisette anni.

Quel cinquantottenne di Wadowice che amava sciare, nuotare e camminare avrebbe contribuito a cambiare il mondo e sarebbe stato devastante per i regimi comunisti, dando un apporto determinante al loro crollo, a partire da quella Polonia che nel 1981 si ribellò ai diktat e portò in prima linea i lavoratori cattolici dei cantieri navali. Forse avevano provato pure ad eliminarlo il 13 maggio di quell'anno: dietro la mano armata di Ali Agca che attentò alla vita di Giovanni Paolo II c'erano il KGB e la Stasi?

Ma quel 16 ottobre 1978 eravamo tutti rivolti a quel balcone: "Se sbaglio mi corriggerete!". Come si fa a correggere un uomo capace di dire, il 22 ottobre, nella messa di inaugurazione: "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa"?



Giovanni Paolo II, la sera del 16 ottobre 1978



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LA FRASE DEL GIORNO
E quella frase che Giovanni Paolo II ha ripetuto per tutto il suo pontificato – «il mondo può cambiare!» – è stata forse l'eredità più preziosa che potesse lasciare agli uomini del XXI secolo.
GIAN FRANCO SVIDERCOSCHI, Una vita con Karol

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