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venerdì 3 ottobre 2008

Il granturco


Le parole hanno talvolta in sé un oscuro segreto che si perde nel corso dei secoli. Prendiamo il "granturco" o "granoturco", come è comunemente chiamato il mais. Ma, se viene dalle Americhe, importato dagli Spagnoli giunti dopo Colombo nelle terre degli Aztechi, dei Toltechi e dei Maya, perché si chiama "turco"?

Vi sono almeno tre versioni dell'etimologia. La prima, quella ufficiale, assegna all'aggettivo "turco" l'accezione usata anticamente di "esotico, forestiero", come ogni cosa che proveniva dai paesi ottomani attraverso i mercati levantini.
La seconda, molto più fantasiosa, è il frutto di un errore: il nome dato dagli inglesi al mais, "Wheat of Turkey" ovvero "grano del tacchino", con ovvio riferimento al mangime per i volatili, sarebbe stato tradotto per un malinteso con l'altro significato di "Turkey" "grano di Turchia".
Una terza, più romantica, usa la similitudine: le pannocchie hanno una barba rossiccia, usata anche per insaporire la grappa, identica a quella che erano soliti portare i turchi.

Il mais ha anche altri nomi: meliga, melgone, sorgo turco, grano siciliano, formentone e frumentone. Ma il suo nome originario, nella lingua Nahuatl, era centli. Qui in Brianza lo chiamiamo "melgòt" e "furmentón". E voi, come lo chiamate?



Immagine © Freepng


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LA FRASE DEL GIORNO
Gli alberi, gli arbusti, le piante, sono gli ornamenti, la veste della terra.
JEAN-JACQUES ROUSSEAU, Le passeggiate solitarie


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