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martedì 30 settembre 2008

Mantegna al Louvre


È in corso al Louvre di Parigi una straordinaria mostra su Andrea Mantegna: 190 dipinti dell'artista del Quattrocento italiano. Santi, martiri, esempi di virtù e trionfi eroici nella "modernità" rinascimentale dei cieli atmosferici, dei paesaggi rigorosi con contadini e artigiani indifferenti a quello che accade intorno a loro. La Madonna diventa una donna, Gesù un bambino: la realtà piomba improvvisa sui fondi dorati del gotico e li disintegra.

Nelle scene sacre compaiono colonne, rovine, sculture, tutto quanto il mito dell'Antichità classica, in un gioco di prospettive audaci ma perfette - l'affresco della Camera degli Sposi nel palazzo ducale di Mantova ne è la testimonianza più clamorosa. Naturalmente al Louvre non c'è, però si ricostruisce la vita di Mantegna, questo mantovano che ha appreso l'arte di Paolo Uccello, Andrea Del Castagno, Donatello e Filippo Lippi. Si avverte nelle opere in mostra l'influenza dei pittori fiamminghi su quell'Italia che allora era d'avanguardia: l'espressività dei volti, l'imitazione della natura, l'illuminazione dei paesaggi sono il sintomo di un nuovo modo di fare pittura. I dipinti sono piccoli universi dove accanto alla scena principale gravita un mondo dalla vita propria: il sacro si mischia con il profano. E il Medioevo è definitivamente archiviato.


Mantegna (1431-1506)

Museo del Louvre
34, quai du Louvre
Parigi

Dal 26 settembre 2008 al 5 gennaio 2009
Tutti i giorni escluso il martedì dalle 9.00
Ingresso: 13 € con il biglietto del museo
9,50 € ingresso alla sola mostra temporanea




Crocifissione (prestito di San Zeno a Verona)




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LA FRASE DEL GIORNO
In che modo un oggetto, che non mi dà nessun piacere a riconoscerlo nel vero, diventa, in pittura, l'origine d'un godimento estetico? E in che modo un oggetto, piacevole in natura, mi dà un piacere più e più intenso, a ritrovarlo in un'opera d'arte? La risposta, a mio vedere, dipende dal fatto che l'arte esalta ad insolita attività i comuni processi psichici, da cui derivano tutti, o quasi, i nostri piaceri; e li immunizza da sensazioni fisiche disturbatrici, che ingenerano stanchezza.
BERNARD BERENSON, I pittori italiani del Rinascimento

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