VINCENZO CARDARELLI
GABBIANI
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
È una delle più belle poesie di Vincenzo Cardarelli. Nella sua brevità racchiude una confessione che prende spunto da una profonda meditazione. Osservare i gabbiani, vederli volare apparentemente liberi, in continuo movimento, vederli sostare sulle bitte, sui pali, con quella loro eleganza, porta Cardarelli a paragonare la propria esistenza a quella dei volatili. Così per traslato, il volo dei gabbiani è inquieto, un vagare senza meta, senza altro motivo che l’irrequietudine. Nessuno sa dove abbiano il nido, dove si riposino.
Li si vede soltanto volare e sfiorare l’acqua per cogliere con il becco qualche pesce: Cardarelli giudica così anche la sua vita: non piena, non felice - la sua malinconia era leggendaria nei caffè letterari romani tanto che Montale lo aveva definito “il massimo poeta italiano morente”. Gli sembra solo di sfiorare i giorni, come testimonia in un’altra poesia, “Ottobre”, dove paragona il tempo d‘autunno alla sua esistenza, ormai al tramonto: “E di queste incredibili giornate / vai componendo la tua stagione / ch'è tutta una dolcissima agonia“.
Cardarelli si trova quindi a sognare un destino diverso, una “quiete” che riecheggi quella “pace” indicata al secondo verso: la tranquillità di un mare calmo, liscio come l’olio. Invece, gli tocca questa esistenza incerta, tempestosa: la sua vita è un mare mosso, in burrasca, dove comunque il poeta risplende come un lampo.
Fotografia © Daniele Riva
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LA FRASE DEL GIORNO
Forse quello che chiamiamo con pathos, «il senso della vita», è semplicemente resistere.
ENZO FERRIERI, Fuori dal gioco
Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.
Mi ricopiai questi versi di Cardarelli sul diario dei miei preferiti, quando avevo all'incirca 13 anni - e da allora, hanno un posto speciale nel cuore. Hai ragione, sono fra i suoi più belli: indimenticabilmente splendidi
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Luciana
www.comoinpoesia.com
Io ho sempre ammirato i gabbiani, quella loro iconografia di romantica libertà. I versi di Cardarelli hanno una magia particolare: ci sono poesie che emergono dall'opera omnia di un poeta come delle pietre preziose,e "Gabbiani" è una di queste gemme.
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