PINDARO
PER IERONE DI SIRACUSA, COL CORSIERO
Ottima è l’acqua, l’oro come fuoco acceso
nella notte sfolgora sull’esaltante ricchezza:
se i premi aneli
a cantare, o mio cuore,
astro splendente di giorno
non cercare più caldo
del sole nel vuoto cielo –
né gara più alta d’Olimpia celebriamo,
onde l’inno glorioso incorona
con pensieri di poeti: che gridino
il figlio di Crono, giunti alla ricca
beata dimora di Ierone!
Regale impugna uno scettro nella Sicilia
ricca di frutti mietendo il sommo di ogni virtù,
e gioisce del fiore
migliore della poesia –
canti onde spesso giochiamo
adulti intorno alla mensa amica. Ora
togli la dorica cetra
dal chiodo, se a te la gloria di Pisa e Ferenico
soggiogò la mente ai pensieri più dolci:
quando sull’Alfeo balzò porgendo
senza sprone il corpo
alla corsa e allacciò il padrone al trionfo,
il re siracusano lieto
di cavalli. E gloria gli splende
nella maschia colonia del lidio Pelope.
Bramò l’eroe il possente
Poseidone, quando dal bacile che monda
Cloto lo tolse
bello d’avorio la spalla scintillante.
Molte le meraviglie, e certo
delle gare. Massimo viene ad ognuno
il bene prodotto dal giorno. Ed io incoronare
lui con equestre canto
con eolica melodia
devo, certo che amico ospitale,
tra gli uomini d’oggi, insieme più esperto
del bello e regale al potere
mai ornerò con volute famose di inni.
Provvido ai tuoi pensieri vigila
il dio che t’è prossimo,
o Ierone. Né mai desista: perché
io miro a cantarti trovando
ancora più dolce col carro
veloce una via alleata di parole,
giunto alla luce del Kronion. Per me la Musa,
per il mio vigore alleva un dardo poderoso.
Altezze diverse per l’uomo:
culmina l’ultima vetta
coi re. Non scrutare più avanti.
Possa tu d’ora innanzi incedere in alto
ed io così ai vincitori
accostarmi insigne per maestria
tra i Greci dovunque.
Finora dell’ippodromo si sapeva solo quello che le fonti scritte avevano tramandato: non c’era però alcuna prova archeologica della sua esistenza. Largo mediamente 600 metri e lungo 200, l’ippodromo era stato costruito nel V secolo a.C., e si riteneva fosse stato completamente sepolto dallo straripamento del fiume Kladeos.
La scoperta degli studiosi tedeschi è perciò importante, come sottolinea lo stesso Müller: “Il progetto può regalare al mondo sportivo una nuova attrazione, come gli scavi che cinquant’anni fa riportarono alla luce lo stadio di Olimpia”. Proprio lì, infatti si svolsero le prove di tiro con l’arco nelle Olimpiadi di Atene del 2004.
In quello scenario, nel 476 a.C., la gara del corsiero fu vinta dal cavallo Ferenico per il tiranno Ierone di Siracusa. A Pindaro fu commissionato un epinicio da eseguire nella festa offerta dal principe. Il poeta dei “voli” compose questi versi.
La corsa dei carri su un antico vaso greco
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LA FRASE DEL GIORNO
Quello che un poeta scrive in stato di invasamento e ispirato da un soffio divino, grande bellezza possiede...
DEMOCRITO, Libri musici, fr. 18
Pindaro (Cinocefale, 518 a.C. circa – Argo, 438 a.C. circa), poeta greco antico, tra i maggiori esponenti della lirica corale. I suoi componimenti sono organizzati secondo lo schema seguente: l'occasione della vittoria e la celebrazione del vincitore; il racconto di un mito, infine la riflessione etica che inquadra l'evento contingente in una meditazione più vasta intorno al destino dell'uomo.
Vorrei utilizzare questa informazione per una tesi universitaria, sono disponibili le fonti da cui è tratta?
RispondiEliminaA distanza di tanti anni non ricordo. Era sicuramente una notizia tratta da fonte giornalistica, probabilmente La Stampa. Cercando, ho infatti recuperato questo link dal QN sulla scoperta http://qn.quotidiano.net/esteri/2008/07/07/102823-scoperto_ippodromo_olimpia.shtml
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