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martedì 29 luglio 2008

Divisionisti italiani a Londra


Il Divisionismo è un movimento pittorico che prende l’avvio dalle ultime esperienze del Neo-impressionismo francese di Seurat e si sviluppa im Europa tra il 1885 e il 1910. Prende il nome da quella tecnica che consiste nella scomposizione di un tono nei fattori coloristici complementari e nella stesura a piccole pennellate di colori puri che, osservati da una certa distanza, ricostituiscono l’unità del tono originario. Un po’ come per il Pointillisme francese.

L’affermazione del movimento, che apportava una grande novità tecnica nel mondo dell’arte, si ebbe alla prima Triennale di Brera a Milano nel 1891. Giovanni Segantini, considerato il caposcuola del movimento, in realtà ne applicò le teorie solo in parte: il vero fondatore fu Vittore Grubicy de Dragon.

La National Gallery di Londra propone, fino al 7 settembre 2008, “Radical Light: Italy’s Divisionists Painters 1891-1910”, una mostra che raccoglie opere di aristi noti come Segantini e Pellizza da Volpedo, dei Futuristi Balla, Carrà e Boccioni, e di Divisionisti puri e poco noti come lo stesso Grubicy de Dragon, Gaetano Previati, Plinio Nomellini, e Ettore Sottocornola.

Nella società contemporanea questi pittori meritano un approfondimento: il loro mondo era quello delle grandi evoluzioni tecniche, delle società industriali in espansione, delle città che si ingrandivano in un periodo senza guerre. Riuscirono così a stabilire una relazione tra la modernità urbana e quella artistica, rappresentando l’una per mezzo dell’altra.

Comune a tutti loro è il senso della luce, che appare soprattutto evidente nei paesaggi di montagna di Segantini, ma che risalta anche nelle composizioni di Pellizza da Volpedo.

Le sessanta tele sono esposte nella Sansbury Wing, con ingresso da Trafalgar Square, apertura giornaliera dalle 10 alle 18 e biglietto a 8 sterline (10,15 €).


Giovanni Segantini, "Ritorno dai boschi", 1890

© Segantini Museum, St Moritz

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LA FRASE DEL GIORNO
L'arte non imita, interpreta.
CARLO DOSSI, Note azzurre, n. 5418

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