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martedì 13 maggio 2008

Odi et amo


CATULLO
CARME LXXXV

Odi et amo. Quare id facias fortasse requiris,
nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Odio e amo: se per caso chiedi come mi sia possibile,
non so dirlo, ma sento che è così e me ne tormento.



Il più famoso, il più abusato epigramma di Catullo è questo breve distico, il Carme 85.

Il paradosso di questo sentimento che racchiude in sé due emozioni opposte è molto probabilmente la ragione del successo di questi due versi, terribilmente moderni sebbene scritti nel 59 o nel 58 avanti Cristo.
Il dissidio interiore rende lucido Catullo, gli fa vedere chiari i punti estremi della sua relazione con Clodia, da lui chiamata Lesbia, la donna che gli ha giurato di amarlo con fedeltà e forse anche di sposarlo, ma che dopo la morte del marito Metello Celere si è abbandonata anche ad altre braccia. I giuramenti sono scritti "sul vento, sull'acqua che scorre" (Carme 70) e il disincanto si è ormai fatto strada nell'animo del poeta, l'ingenuità è svanita, infrantasi contro gli scogli della realtà.

Permane l'amore, ma è ridotto a pura fisicità. Il voler bene oramai è scomparso, si è mutato rapidamente in disprezzo e quindi addirittura in odio. Lo spiega lo stesso Catullo nella seconda parte del carme 72: "Ora ti ho conosciuta: perciò, anche se brucio più forte, / per me hai molto meno importanza e valore. / Mi chiedi come sia possibile? Una simile ingiuria costringe / un amante ad amare di più, ma a voler bene meno".Odia e ama, Catullo. E porta la croce di questo amore infelice. Per dimenticare Lesbia l'anno seguente affronterà un lungo viaggio verso la Bitinia - oggi regione della Turchia - al seguito del propretore Memmio: ritornerà ancora più afflitto e desolato. Due anni dopo morirà, a soli trent'anni, forse per una coltellata, forse per la tisi.



René Magritte, "Gli amanti"


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LA FRASE DEL GIORNO
Non si può dipingere la felicità, questo infondersi di una vita superiore nella vita, meglio di quanto si possa dipingere la circolazione del sangue nelle vene.
JULES BARBEY D'AUREVILLY, Le diaboliche




Gaio Valerio Catullo (Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.), poeta romano. È noto per l'intensità delle passioni amorose espresse, per la prima volta nella letteratura latina, nel suo Catulli Veronensis Liber, in cui l'amore ha una parte preponderante, sia nei componimenti più leggeri che negli epilli ispirati alla poesia di Callimaco e degli Alessandrini in generale.


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