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venerdì 28 marzo 2008

Polonia, 1981


ANONIMO POLACCO
UNA CANZONE PER LA FIGLIA

Non ho adesso tempo per te
Non ti ha visto da molto tua madre
aspetta ancora un po', cresci:
Ti racconteremo questi eventi
Di questi giorni pieni di speranza
Pieni di discussioni e di liti calde
Di queste notti passate malamente
Dei nostri cuori che battevano forte
Di questa gente che ha sentito
Di essere finalmente tra loro
Lottano con solidarietà per oggi
E anche per il futuro, per te
Non rattristarti quindi, aspetta con pazienza
Di tornare tra le nostre braccia
Nella nostra casa che non esisteva
Perché ci mancava
La vera felicità...


(da Il Sabato, febbraio 1982)


Oggi la Polonia è uno degli stati membri dell'Unione Europea, un paese in crescita che ha dolorosamente affrontato il proprio passato con la "lustracija", la controversa legge che imponeva a politici e intellettuali di dichiarare se avessero collaborato con il regime comunista. L'ultranazionalismo non ha però giovato al premier Jaroslaw Kaczinskij, malamente bocciato alle elezioni del 2007.

Ma nell'estate e nell'autunno del 1981, la Polonia fu al centro del mondo quando il regime del generale Jaruzelski represse duramente la pacifica rivolta dei sindacati di Solidarnosc, scoppiata nei cantieri di Danzica ed estesasi in breve a tutto il paese come un incendio. Il 13 dicembre un colpo di stato represse tutte le libertà, come era già accaduto con i governi-satellite di Mosca in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968.

In tempi difficili, sentimenti e sensazioni affidano alla poesia la loro spontanea testimonianza. Si pensi a Quasimodo e Ungaretti durante l'occupazione nazista in Italia. Ho ripescato dal mio archivio uno di questi anonimi componimenti.

Visto come si sono svolti gli eventi, a distanza di tanti anni, non si può negare una vena profetica all'autore di questi versi. Chissà se è riuscito a sopravvivere alle autoblindo del dicembre 1981. Non possiamo che augurargli di vivere felice nella Polonia europea del 2008.

Immagine: Swidnica24



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LA FRASE DEL GIORNOGli artisti hanno il diritto di essere modesti e il dovere di essere vanitosi.
KARL KRAUS, Detti e contraddetti

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