Mi intrigano i romanzi di storia alternativa, quelli cioè che immaginano come sarebbero potute andare le cose se determinati avvenimenti fossero accaduti in modo diverso. Questo gioco per storici ha un nome tecnico, derivato dal greco: si chiama "ucronìa", ovvero il "non tempo".
Lo scrittore Mario Farneti, sulla base di una neutralità italiana nella seconda guerra mondiale, disegna l'Italia come un paese leader nel mondo, all'avanguardia nella tecnologia, guidato da Benito Mussolini prima e da un suo delfino poi, dove il fascismo non è mai stato cancellato. La terza guerra mondiale ha visto l'Italia sconfiggere la Russia e catturare Stalin; in Vietnam, al fianco degli Stati Uniti combattono anche reparti dell'esercito imperiale; nel 1992 c'è una guerra di resistenza contro gli arabi, che invadono il nostro paese e sono sconfitti; da lì nasce il grande impero d'Occidente.
Henry Turtledove innesta invece la fantascienza nella sua saga: il corso della seconda guerra mondiale è mutato da un'invasione aliena, i belligeranti desistono dal combattersi e si coalizzano per respingere l'attacco.
In "Fatherland" di Robert Harris, Hitler ha vinto la seconda guerra mondiale e Jack Kennedy, zio di John, governa gli Stati Uniti. La scoperta dei campi di sterminio avviene per l'ostinazione del militare protagonista, che perderà la vita per comunicare al mondo la notizia, intuita solo grazie a piccolissime tracce.
Un incubo? Forse. Nessuno ci può assicurare che non sia già accaduto qualcosa di simile e che il mondo avrebbe potuto essere decisamente migliore.
LA FRASE DEL GIORNO
È il lavoro della mente che produce la retorica, l'abilità in questo lavorio. La retorica è come la scintilla azzurra che fa la dinamo.
ERNEST HEMINGWAY, Verdi colline d'Africa
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