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venerdì 11 aprile 2025

Tenero salice


JOSÉ JUAN TABLADA

IL SALICE

Tenero salice,
quasi dorato, quasi ambrato,
quasi luce.

(da Un giorno... poesie sintetiche, 1919)

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Poesie sintetiche che descrivano il giorno: così il poeta messicano José Juan Tablada portò avanti la sua poetica sperimentale raccontando come se fosse un enorme puzzle il giardino, tessera per tessera, dagli alberi, ai fiori, dal cielo alle nuvole, dagli insetti agli uccelli. E il fresco salice di primavera è una perfetta metafora di colori che si trasformano in luce.

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FOTOGRAFIA  MARKUS SPISKE/UNSPLASH

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Arte, con la tua spilla dorata / ho voluto appuntare sulla carta / le farfalle del momento.
JOSÉ JUAN TABLADA, Un giorno... poesie sintetiche

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José Juan Tablada Acuña (Coyoacán, 3 aprile 1871 - New York, 2 agosto 1945), poeta, giornalista e diplomatico messicano. Riconosciuto come l'iniziatore della poesia messicana moderna, ebbe molta influenza orientale da un viaggio in Giappone. Nei suoi scritti fece un uso indiscriminato di metafore, precorrendo gli Ultraisti.


giovedì 10 aprile 2025

Colore


JUAN RAMÓN JIMÉNEZ

COLORE

Colore che, per un attimo, il fumo
prende dal sole che gli passa sopra;
La mia vita, la mia vita,
fugace e colorata!

(da Canzone, 1935)

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"Ci sono ore di tutti i tipi e di tutti i colori; e l'anima si muove, come un giocattolo di cose provenienti dall'esterno, a seconda di come sono e da dove provengono. La luce, la temperatura, il vento, il paesaggio, qualsiasi impressione è sufficiente a far emergere da noi una moltitudine di esseri diversi e talvolta opposti" scriveva il premio Nobel spagnolo Juan Ramón Jiménez in una lettera a Luisa Grimm nel 1909. Sensazioni che provengono dall'esterno e ci fanno vibrare l'anima, come i colori dei fiori o del paesaggio.

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EMIL NOLDE, "MARE E CIELO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

C'era una favolosa magia di colori ed essenze; / Era un crepuscolo di quelle / dolci primavere che la mia anima / vede vagare nei suoi ricordi.
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, Rime

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JimenezJuan Ramón Jiménez (Palos de Moguer, 24 dicembre 1881 - San Juan, Portorico, 29 maggio 1958), poeta spagnolo premiato con il Nobel nel 1956, fu uno dei principali esponenti della Generazione del ’14 e del Modernismo. La sua ricerca poetica lo portò a privilegiare la poesia nuda ed essenziale, fatta solo di immagine e di parola al di là della musicalità esteriore.


mercoledì 9 aprile 2025

L’aria di primavera


EDWARD ESTLIN CUMMINGS

HAI DETTO: C'È

hai detto: C'è
qualcosa di
più bello
del mio corpo,
vivo o morto, da tenere tra le dita
(tremando appena)?
                    Guardandoti
negli occhi Niente, ho detto, tranne
l'aria di primavera che profuma del mai e del sempre.

…e attraverso il graticcio che si muoveva come
se una mano fosse toccata da
un'altra mano (che
si muoveva come se
le dita toccassero leggermente
il seno
di una ragazza)
        credi nel sempre, disse
il vento alla pioggia
Sono troppo occupata con
i miei fiori per credere, rispose la pioggia

(da &, 1925)

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L'uso spregiudicato delle maiuscole e della punteggiatura è uno dei particolari salienti della poetica di Edward Estlin Cummings. Dunque "Guardandoti" e Niente" ("Looking e "Nothing") qui in maiuscolo sono una chiave di lettura che il poeta statunitense ci suggerisce per questa che a tutti gli effetti è una dichiarazione d'amore che si bilancia sul filo del paradosso della sensualità eterna e di quella temporale della primavera, dell'amore fisico e di quello spirituale.

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MARC CHAGALL, "AMANTI"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

E il motivo per cui rido e respiro è oh amore.
EDWARD ESTLIN CUMMINGS, È

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Edward Estlin Cummings,  noto anche come e.e. cummings (Cambridge, 14 ottobre 1894 – North Conway, 3 settembre 1962),  poeta, drammaturgo, scrittore e saggista statunitense. È celebre per il suo uso poco ortodosso delle maiuscole e delle regole della punteggiatura, e per il fatto di servirsi delle convenzioni sintattiche in modo avanguardista e innovativo.


martedì 8 aprile 2025

Ritornare al giardino chiuso


LUIS CERNUDA

GIARDINO ANTICO

Ritornare al giardino chiuso,
che dietro gli archi del suo muro,
tra le magnolie de i limoni,
serba l’incanto delle acque.

Udire ancora nel silenzio,
popolato di trilli e foglie,
il sussurro caldo dell’aria
dove le anime antiche vagano.

Rivedere il cielo profondo
lontano, la torre slanciata,
fiore di luce sulle palme:
le cose tutte sempre belle.

Sentire ancora, come un giorno,
la spina acuta del desiderio,
mentre la gioventù trascorsa
torna. Sogno di un dia senza tempo.

(da Le nuvole, 1943 - Traduzione di Francesco Tentori Montalto)

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Il giardino di Prime poesie - "Nascosto tra le mura, / questo giardino mi offre / i suoi rami e le sue acque / di segreta delizia" - ritorna anni dopo provocando la nostalgia di Luis Cernuda. Ahimè, il tempo è passato e quel paradiso è perduto, lo sa bene il poeta spagnolo, ma vi ritrova comunque un momento di armonia, con la consapevolezza che già aveva allora dell'incessante fluire: "Ma il tempo già valuta / la potenza di quest'ora; / matura la sua misura, / fugge tra le sue rose".

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JOAQUÍN SOROLLA, "GIARDINO DI CASA SOROLLA"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Dobbiamo goderci il momento come se durasse per sempre.
LUIS CERNUDA, Come chi aspetta l'alba

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Luis Cernuda Bidón (Siviglia, 21 settembre 1902 – Città del Messico, 5 novembre 1963), poeta spagnolo. Come molti poeti della "generazione del '27", dopo la guerra civile ha ricercato un'espressione poetica diretta, una tematica umana e oggettiva che rifiuta però una generica etichetta di realismo.


lunedì 7 aprile 2025

Sul mio grammofono


JUAN EDUARDO CIRLOT

PRIMA DEL SONNO

Non esco quasi mai la sera.
Ascolto sul mio grammofono portatile
i dischi preferiti. Le stelle
brillano dietro la mia finestra. Interrompo
la diafana dolcezza del suono.

E immergo la mia ombra tra le ombre.

(da Ogni giorno, 1949)

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Il poeta spagnolo Juan Eduardo Cirlot inseguiva "la scoperta di un nuovo senso che includa tutti i precedenti": per questo aderì al simbolismo e al surrealismo. Ma non gli bastava: a quell'uomo inquieto che la sera si sedeva ad ascoltare musica mancava qualcosa - lo trovò nella spiritualità, studiando la cabala, i sufi e le religioni orientali.

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EUGENE IVANOV, "GRAMMOFONO"

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Il mio cuore è mio quando sento / che l'infinito si spezza tra le mie dita / con il suo sguardo dolce, / con il suo bagliore segreto.
JUAN EDUARDO CIRLOT, Giorno per giorno

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Juan Eduardo Cirlot Laporta (Barcellona, 9 aprile 1916 – 11 maggio 1973), poeta e scrittore spagnolo. Surrealista e dadaista, assunse una vasta tradizione spiritualista con l'interesse per la simbologia che permeò tutta la sua attività letteraria. La sua scrittura riversa atti di giocoleria lessicale all'interno di un generale tono elegiaco.


domenica 6 aprile 2025

Hai nascosto la luce


HOMERO ARIDJIS

TERZA POESIA DELL’ASSENZA

"Hai nascosto la luce da qualche parte"
VICENTE HUIDOBRO

Hai nascosto la luce da qualche parte
e mi neghi il ritorno,
So che questa oscurità non è vera
perché davanti alle mie mani volavano le lucciole,
e ti cercavo
e tu eri tu
e noi eravamo occhi
nello stesso letto
e nessuno di noi ha pensato all'eclissi,
ma siamo diventati freddi e familiari
e la notte è diventata inaccessibile
per percorrerla insieme.
Hai nascosto la luce da qualche parte,
l'hai piantata in altri occhi,
perché da quando non esisti più
nulla di ciò che è accanto a me si illumina.

(da Gli occhi sdoppiati, 1960)

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L'amore che svanisce sottrae la luce - la donna amata, in questi versi del poeta messicano Homero Aridjis - condanna l'amato all'oscurità, a un'eclisse eterna perché l'amore sublime può esistere solo nello splendore della luce, e lo priva della bussola, se è vero che "conosco solo il senso particolare / che mi ha dato la tua visione dell'universo".

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FOTOGRAFIA © NIKA AKIN/PIXABAY

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sei come la luce che sorge durante il giorno / con occhi stupiti spegnendo la mia ombra.
HOMERO ARIDJIS, Gli occhi sdoppiati

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Homero Aridjis (Contepec, Michoacán, 6 aprile 1940), poeta, romanziere, saggista e diplomatico messicano. È anche un ambientalista molto attivo. La sua poesia  è spesso poesia d’amore, un amore universale e trascendente che sconfina nel territorio delle visioni, raccontato in modo limpido e originale.


sabato 5 aprile 2025

Un’eco di memoria


SALVATORE QUASIMODO

S'ODE ANCORA IL MARE

Già da più notti s'ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d'una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d'uccelli delle torri, che l'aprile
sospinge verso la pianura. Già
m'eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un'eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.

(da Giorno dopo giorno, Mondadori, 1947)

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"E questa voce non ignota / a noi per sillabe risuona / scorrendo sopra il mare": Salvatore Quasimodo tradusse così il frammento 98 di Saffo. "S'ode ancora il mare", poesia scritta dopo la traduzione dei Lirici greci riverbera ancora quella sensazione, ammantata della nostalgia per la terra natia, di chi si trova a vivere lontano e della Sicilia serba solo una vivida memoria.

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FOTOGRAFIA © MANFREDI TAGLIALAVORO/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO  

A te ignota è la terra / dove ogni giorno affondo / e segrete sillabe nutro.
SALVATORE QUASIMODO, Acque e terre

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Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo.  Essenziale ed epigrammatico, ha  temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.


venerdì 4 aprile 2025

Nel cuore della notte


JOSÉ MANUEL CABALLERO BONALD

INCONTRO QUOTIDIANO

Dove mi giro verso
il muro, nel cuore della notte,
dove sono solo
ogni notte, prigioniero
del mio stesso vigilare, lì
mi ritrovo secondo la fede che mi creo
ogni giorno.
La mia vita è ripulita
da questo stupore. Ieri, domani,
vivono insieme e fertili, formano
la mia memoria con me.
Io sono solo
la mia libertà e le mie parole.

(da Le ore morte, 1959)

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"Nel cuore della notte sento / la veglia rituale della natura, / il clamore dei cambiamenti delle piante" scrive il poeta spagnolo José Manuel Caballero Bonald: la notte, per chi è prigioniero dell'insonnia, si presta alle meditazioni, per quella sensazione di essere soli nel tempo e, come un reset su un computer, apre scenari sul giorno successivo: "La mia memoria è la voce della campagna insieme / e ancora una volta la speranza mi tenta lì. / Sotto i rami del fascino volubile, / vedo risorgere la mia solitudine: / segni favorevoli le danno vita".

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ILLUSTRAZIONE DI JOHN LEE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

La mia profezia è la mia memoria: / la mia speranza di essere ciò che sono già stato.
JOSÉ MANUEL CABALLERO BONALD

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José Manuel Caballero Bonald (Jerez de la Frontera, 11 novembre 1926 – Madrid, 9 maggio 2021), poeta e scrittore spagnolo. Di famiglia cubana, studiò Astronomia e poi Lettere e Filosofia. Militante antifranchista, appartenne a l gruppo poetico dei ‘50. Nel 2012 vinse il Premio Cervantes. È noto per il suo stile barocco e ampolloso.


giovedì 3 aprile 2025

Il profumo dei lillà


JUAN JIMÉNEZ LOZANO

RICORDO

Non c'è più né il profumo dei lillà di allora,
né la risata della mamma,  né il mestolo d'argento,
né la vecchia e gialla siepe di evonimo.
Non ci sono.
Nemmeno il ricordo è indubitabile,
soltanto nebbia, ma
è un velo per la mia ferita.

(da Elegie minori, 2002)

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Il tempo è passato, gli affetti sono scomparsi, la nebbia comincia ad avvolgere il passato in maniera sempre più fitta. Eppure l'anziano poeta spagnolo Juan Jiménez Lozano riesce comunque a trovare la consolazione nella memoria.

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LAURA CUTULI, “LILLÀ”

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Se hai amato / disperatamente la bellezza del mondo, non / la cederai mai alla polvere e alla cenere.
JUAN JIMÉNEZ LOZANO

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José Jiménez Lozano (Langa, 13 maggio 1930 – Valladolid, 9 marzo 2020), poeta e scrittore spagnolo, Premio Cervantes nel 2022. La sua opera riflette i paesaggi della vasta pianura castigliana, con orizzonti immensi che invitano al pensiero, alla riflessione e persino al misticismo che ispirò Giovanni della Croce e Teresa d'Avila.


mercoledì 2 aprile 2025

I susini


FUKUDA CHIYO-NI

SOLO CON IL LORO PROFUMO

Solo con il loro profumo
i susini rispondono
a chi spezza il ramo.


Nel 1755, quando aveva 52 anni, la poetessa giapponese Fukuda Chiyo–ni si rasò la testa e divenne monaca buddhista assumendo il nome di Soen per “insegnare al proprio cuore a essere come limpide acque che fluiscono giorno e notte”. Quell’essenza zen che la animava è chiaramente espressa in questo delicato haiku dove traspare la capacità di sofferenza, di resistenza al male e di perdono.

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FOTOGRAFIA DI PUBBLIUCO DOMINIO

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Ciò che scrivo svanisce / più scrivo, più svanisce.
FUKUDA CHIYO-NI

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Fukuda Chiyo-ni  nota anche come Kaga no Chiyo (Matto, oggi Hokusan, 1703 – 2 ottobre 1775), poetessa giapponese. I suoi haiku esprimono un profondo amore per il mondo naturaleMonaca buddhista, svolse un ruolo pionieristico nello scambio internazionale attraverso l'haiku.


martedì 1 aprile 2025

Poesie per aprile XI


La dolcezza di aprile in due momenti della giornata: il poeta spagnolo Federico García Lorca si lascia contagiare dall'allegria dei bambini che escono a frotte dalla scuola nell'aria tiepida; il poeta messicano Amado Nervo invece insegue un sogno d'amore, tra margherite e stelle nella notte dolce e bella.

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FOTOGRAFIA © DIETER444/PIXABAY

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FEDERICO GARCÍA LORCA

CANZONE PRIMAVERILE, I

Escono allegri i bambini
dalla scuola,
lanciando nell'aria tiepida
d'aprile tenere canzoni.
Quanta allegria nel profondo
silenzio della stradina!
Un silenzio fatto a pezzi
da risa d'argento nuovo.

(da Libro de poemas, 1921)

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AMADO NERVO

PERLE NERE, XVIII

Nelle notti di aprile, dolci e belle,
nel mentre mediti o ricordi tu,
le margherite vanno verso il blu
e si trasformano in pallide stelle.
Quando il sole nelle onde infinite
del giardino sparge le sue scintille,
discendono dentro i campi le stelle
e si mutano in bianche margherite.
Ecco perché, quando diventi rossa
sfogliando margherite di alabastro,
ti predicono l'oblio e l'amore;
Sentono il futuro: sono state stelle!
Sanno l'amore: sono state fiori!

(da Perle nere, 1898)

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Era mattina e aprile sorrideva.
ANTONIO MACHADO, Solitudini

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Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936), poeta e drammaturgo spagnolo). Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di Salvador Dalí e Luis Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti.


Amado Nervo, pseudonimo di Juan Crisóstomo Ruiz de Nervo Ordaz (Tepic, 27  agosto 1870 - Montevideo, Uruguay; 24 maggio 1919), poeta e scrittore messicano, appartenente al movimento modernista. La sua poesia è caratterizzata da un sentimento mistico e dalla malinconia.