JOSÉ MANUEL CABALLERO BONALD
PUNTO DI VISTA
Conservo un talismano
proveniente dall'Oriente, un pezzo di legno fossilizzato
dall'aspetto un po' antropomorfo,
che un tempo trovai nelle ormai miserabili
contrade mitologiche
dell'Eufrate.
Un'effigie sacra
di guardiano, materiale venerabile
proveniente dal
tempio di Babilonia spietatamente profanato, che conservo ancora nascosto
tra quel doppio strato di diffidenza
e il passo falso della condiscendenza.
Spesso mi detta
una chiave, un incantesimo, un segno,
affinché io non dimentichi mai
che un giorno mi trovai dove si trovava Dio.
(da Diario di Argonida, 1997)
.
Un pezzettino di legno fossile raccolto sul greto dell'Eufrate durante un viaggio: ed è per il poeta spagnolo José Manuel Caballero Bonald più che un talismano. Un monito, una chiave che apre il mondo della conoscenza, le porte dello spirito: "E lì combatti, lavori / guardando il tempo ristagnare, con le sete del giorno / sulla buccia ondulata dei frutti, / traboccando la tua voce attraverso l'estate costiera, / forse traducendo inutilmente / ciò che Dio ha posto nei tuoi sogni".
FOTOGRAFIA © RUBBLE
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LA FRASE DEL GIORNO
Tra la realtà virtuale e il solipsismo / si estende uno spazio neutrale / frequentato dai più pii.
JOSÉ MANUEL CABALLERO BONALD, Diario di Argonida
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José Manuel Caballero Bonald (Jerez de la Frontera, 11 novembre 1926 – Madrid, 9 maggio 2021), poeta e scrittore spagnolo. Di famiglia cubana, studiò Astronomia e poi Lettere e Filosofia. Militante antifranchista, appartenne a l gruppo poetico dei ‘50. Nel 2012 vinse il Premio Cervantes. È noto per il suo stile barocco e ampolloso.


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