GREGORIO SCALISE
GLI ARTISTI DIMENTICANO CHE L’ARIA
Gli artisti dimenticano che l'aria
scorre fra le dita,
le ore ad ascoltare la radio
brillano ottuse e stravaganti,
la loro vicenda oscilla al limite di ogni ora;
in nessun luogo gli oggetti si posano,
eppure esistono in ogni fessura:
la loro superba crudeltà si compone
di minuti solenni.
(da Gli artisti, Lunario nuovo, 1986)
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Gregorio Scalise fu uno dei poeti più originali del secondo Novecento italiano: alla base della sua poetica resta l’indagine sull’assurdità e sull’incongruenza delle esperienze umane, quella “personale necessità espressiva di mettere in scena la aleatorietà di un discorso poetico, di una meditazione poetica, internamente scossa o scompaginata da un io che comprende l’impossibilità di costruire una attendibile rappresentazione organica del reale”, come scrisse di lui Maurizio Cucchi.
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ILLUSTRAZIONE DI TOMASZ WOZNIAKOWSKI
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LA FRASE DEL GIORNO
Così testimoniano i bimbi / giocando con l’acqua, prova che esiste / una forma. / Così c’è una poesia alla quale si ritorna.
GREGORIO SCALISE
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Gregorio Scalise (Catanzaro, 25 gennaio 1939 – Bologna, 11 maggio 2020), poeta italiano. Dopo aver militato nell’avanguardia letteraria, si avvicinò ai Beat pubblicando A capo (1968) e L’erba al suo erbario (1969). La sua poesia crea una duplice testualità: da una parte la scrittura agile e ordinata, dall’altra il disordine di una razionalità del tutto illusoria.
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