venerdì 21 gennaio 2022

Eduardo Cerecedo


“Un poeta solare e un uomo dall’entusiasmo contagioso e dalla straordinaria nobiltà”: così Armando González Torres descrive il poeta e critico letterario messicano Eduardo Cerecedo, scomparso il 9 gennaio all’età di 59 anni. Dopo aver conosciuto le poesie di autori come Antonio Machado, Federico García Lorca e León Felipe, abbandonò la prosa per abbracciare la poesia ingabbiando nei suoi versi la dicotomia tra materia e spirito, tra tangibile e intangibile.

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SAN VALENTINO AL CENTRO COMMERCIALE

OMAGGIO AI SOLITARI

a Paty Ramírez Rivas

Oggi è il giorno dell'amore
e il mio cuore si svuota
guardando le vetrine dei negozi della città.

Ci sono oggetti, cibo, gelati, cioccolatini,
palloncini metallici di varie forme, rossi;
- annunciano il 14 febbraio - anche blu,
d’argento, d’oro, percorsi da tanta gioia.

Le coppie camminano
cercando il dono da regalare
e io senza amore.

Come il pomeriggio diviso in due come un limone
prima il lampo,
poi il tuono, la pioggia, il lampo ha fatto mancare la corrente
e la luce non illumina più i negozi,
l'ampiezza delle tenebre è traboccata
negli oggetti del giorno.

Così nell'oscurità c'è il ritratto di quello che sono
in questa data che inizia bagnata la sua marcia
di tempo insieme.
Esco dalle pareti di vetro
dove il mio regalo è buio come il pomeriggio
diviso da un fulmine, ora condivido il cammino
con la mia ombra leggera, o meglio, vuota e sottile,
sotto la pioggia fredda della città che
mi aspetta in uno dei suoi angoli.
 
Dove mi aspettano le candele perché le accenda
proprio in questo giorno in cui sono andato a vedere le compere
degli altri.
 
In questo momento di amarezza, invito
chi vuole conoscere questi posti, a raggiungere
con il cuore stretto i negozi
per sentirsi vivi, ancora una volta e riaffermare
il vuoto al proprio fianco.

(da Los escribas. n. 6, febbraio 2016)

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SOFFIO DI CENERE

VII

Il tempo, un ponte che la notte tende per conoscere
la sua distanza, l’ampiezza delle nuvole, dei voli, gli svolazzi che costruiscono
il centro delle piante di caffè sui loro steli.
Fiore di amara dolcezza sulla sensibilità del tempo nel canto
delle ore, rannicchiate tra gli arbusti; porta al nord
il tremore delle ore. Tremore di acqua sugli occhi,
tremore di occhi nell’acqua.
Da questo volo di uccelli il fiume raccoglie la sua linea,
imparando che la luce fremendo altera il volo
che lo guida; filo di rasoio il suo canto. Qualcuno interrompe
il momento; vigila.

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IX

Un uomo solo
e la musica sul tavolo
prelibatezza che qualcuno serve su un vassoio d’argento arrugginito
la primavera
è già canto.
È già preghiera. Acqua versata in un’ondata di verde:
la voce del poeta. Ancora la musica si ferma nella mia mano, per scoprire
se la frequenza raggiunge il suo volo.

(da Soffio di cenere, 2019)



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LA FRASE DEL GIORNO
Catturare, se è possibile, il tremore delle cose. Questa è la sfida di ogni artista
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EDUARDO CERECEDO, Vuelo de jaguar, n. 7, Luglio-Settembre 2020




Eduardo Cerecedo (Tecolutla, Veracruz, 12 febbraio 1962 – Città del Messico, 9 gennaio 2022), poeta e critico letterario messicano.  Vincitore del Premio Alí Chumacero 2011, le sue poesie indagano nel cuore umano cercando il confine tra tangibile e intangibile, tra spirito e materia.


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