venerdì 15 settembre 2017

Pannocchie a una dracma


SIRO ANGELI

LE PANNOCCHIE

Andando in compagnia di settembre
nel vento dei sobborghi, ad Atene,
mi sorprese a una svolta, scordato
dagli anni, un odore (non sempre
dispiacciono gli agguati). Rividi
i campi di granoturco con vene
di verde nel verde, e al palato
mi rifluiva il succo lattescente,
mentre il contadino al crocevia
tra Grecia e Carnia gettava gridi
freschi per rivendere alla gente
(«Pannocchie a una dracma») la mia
infanzia dentro quel giallo ambrato.

(da Il grillo della Suburra, 1975)

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Eccola lì l’emozione che genera la poesia, che è essa stessa poesia: il ricordo che giunge improvviso dal passato e da un altro luogo a gonfiare il cuore del poeta friulano Siro Angeli. L’odore delle pannocchie arrostite lo sorprende per le strade di Atene ed è come la madeleine intinta nel tè da Marcel Proust, gli spalanca alla memoria quel mondo contadino così simile che in un attimo trasforma la Grecia nella Carnia della natia Cesclans.

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Pannocchie

FOTOGRAFIA © OLD WOODFIRE GRILL

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LA FRASE DEL GIORNO
La memoria rende il passato presente; la speranza rende presente il futuro.
CARLO DOSSI, Note azzurre




Siro Angeli (Cesclans, 27 settembre 1913 – Tolmezzo, 22 agosto 1991), poeta, autore di teatro e critico letterario italiano. Combattente in Russia, diresse a lungo il terzo canale radiofonico della Rai. La sua poesia, segnata dalla scomparsa della moglie dopo dieci anni di matrimonio, si muove nell’ambito di una ricerca della verità superiore, contemplata spesso in una figura di donna stilnovista.

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