mercoledì 7 settembre 2016

Una poetessa, una farfalla

 

MARGHERITA GUIDACCI

NON VOGLIO

«La farfalla è condannata per le
  sue ali, che sono antieconomiche».
  (Osbert Sitwell)

Tutti i vostri strumenti hanno nomi bizzarri
e difficili, ma io vedo chiaro
e so che in fondo sono solamente
metri e gessetti con cui misurate
e segnate – segnate e misurate
senza stancarvi.

Sfilate spilli di tra le labbra, come una sarta:
me li appuntate sull’anima
e dite: “Qui faremo un bell’orlo.
Dopo starai tanto meglio.”

Io non voglio che mi tagliate un pezzo d’anima!
Se ne ho troppa per entrare nel vostro mondo,
ebbene, non voglio entrarci.

Sono una poetessa: una farfalla, un essere
delicato, con le ali.
Se le strappate, mi torcerò sulla terra,
ma non per questo potrò diventare
una lieta e disciplinata formica.

(da Neurosuite, Neri Pozza, 1970)

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Neurosuite è l’opera che la poetessa fiorentina Margherita Guidacci scrisse dopo il ricovero in una clinica neurologica nel corso degli Anni ‘60. Questi versi sono una presa di coscienza, una piccola ribellione, se è vero, come scrisse che “La mia poesia è il frutto di poche intense giornate... lo sbocco di una tensione psicologica”. La poetessa chiedeva di non inaridire le fonti della sua poesia, di non tarpare – curandola – le ali di quella farfalla citata in epigrafe.

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Butterfly

IMMAGINE © RIWOW

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LA FRASE DEL GIORNO
Lascia sia il vento a completar le parole / che la tua voce non sa articolare.
MARGHERITA GUIDACCI




Margherita Guidacci (Firenze, 25 aprile 1921 – Roma, 19 giugno 1992), poetessa e traduttrice italiana. Dopo la crisi del suo matrimonio, negli Anni’60, superò un decennio di grave sofferenza psichica che culminò nel ricovero in una clinica neurologica. Tra i poeti da lei tradotti John Donne, Emily Dickinson, T.S. Eliot ed Elizabeth Bishop.


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