venerdì 15 gennaio 2016

Sull’iridata scia

 

ANTONIO BAROLINI

PALINURO

a Elena

E anch’io, nel sopore
chiudendo le palpebre,
come Palinuro,
cadrò dal bordo della nave
sull’iridata scia:
docile mare,
vaga follìa,
amore.

(da Poesie alla madre, Neri Pozza, 1960)

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Palinuro è un personaggio dell’Eneide di Virgilio: marinaio di Enea, mentre è al timone di notte viene tentato dal dio Sonno, che vince la sua resistenza e lo fa precipitare in mare durante la rotta dalla Sicilia a Cuma; il naufrago riesce a giungere sulla costa dove è trucidato dai barbari Lucani. Antonio Barolini, poeta veneto che ha spauto innestare gli influssi della poesia americana – era corrispondente dagli Stati Uniti per La Stampa – sulla sua familiare e cordiale elegia, si serve di Palinuro per ritagliarsi addosso l’immagine di un naufrago gettato dal fato nella follia dell’amore.

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Eimmart

GEORG CHRISTOPH EIMMERT, “PALINURO, TIMONIERE DI ENEA, CADE IN MARE”

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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio
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SAMUEL JOHNSON




Antonio Barolini (Vicenza, 29 maggio 1910 – Roma, 21 gennaio 1971),  scrittore, poeta e giornalista italiano. Noto soprattutto come narratore, ha però svolto una singolare attività poetica  nella quale si trovano i tratti fondamentali della sua personalità: dalla visione della vita, di un cattolicesimo alacre, evangelico, alla preferenza per un discorso affabile, colloquiale.


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