mercoledì 27 maggio 2015

Complice dell’immaginario

 

MARIO BENEDETTI

COMPLICE

Tutti abbiamo bisogno talora di un complice,
qualcuno che ci aiuti a usare il cuore.
Che ci aspetti orgoglioso nelle vecchie stanze,
che denudi il passato e disarmi il dolore.

Prodigioso/unico/padrone del suo silenzio.
Qualcuno rimasto nel quartiere dove nascemmo o
che perlomeno si accolli i nostri rimpianti
finché la coscienza non apponga il suo perdono.

Complice dell'immaginario ci difende dal mondo,
dalla sciabolata del raggio e dalle fiamme del sole.
Tutti abbiamo bisogno talora di un complice,
qualcuno che ci aiuti a usare il cuore.

(da Adioses y bienvenidas, 2005)

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Nessun uomo è un’isola. John Donne aveva ragione, e Mario Benedetti poeta uruguaiano addirittura commuove con questa sua rete di memorie, con questo suo omaggio a quelle presenze che sono bussole nelle nostre vite: l’amico d’infanzia, il compagno di scuola, un insegnante ma anche qualche insospettato maestro di vita capace di illuminarci la strada del cuore, quella dell’emozione.

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HAUTLIEU SCHOOL, “FRIENDS DRINKING COFFEE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Le anime hanno un loro particolar modo d’intendersi, d’entrare in intimità, fino a darsi del tu.
LUIGI PIRANDELLO, Il fu Mattia Pascal




Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano. Figlio di immigrati italiani, fece parte della Generazione del’45. Nel 1973 fu costretto all’esilio dal golpe militare. Rientrò nel 1983.


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