martedì 16 settembre 2014

Il buio fruscia

 

 

GEORG HEYM

DORMIVEGLIA

Il buio fruscia come un vestito,
gli alberi oscillano all’orizzonte.

Rifùgiati nel cuore della notte,
scava nell’oscurità un nascondiglio
come un nido d’ape. Fatti piccolo
nel tuo giaciglio.

Qualcosa vuole attraversare i ponti,
scalpita curvando gli zoccoli,
smarrite impallidiscono le stelle.

Come una vecchia la luna si sposta
da un lato all’altro
con la schiena curva.

(da Umbra vitae, 1912)

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L’Espressionismo, movimento che caratterizzò il primo quarto del secolo scorso soprattutto in Germania, sorse come reazione all’Impressionismo: non è più la realtà a imprimersi nell’anima, ma è l’anima a imprimersi sulla realtà. Questa poesia di Georg Heym, non a caso tedesco, morto a soli 25 anni per salvare un amico caduto nel fiume ghiacciato, rappresenta bene il concetto espressionista: la notte si trasforma in un incrocio tra un incubo e un sogno vagamente romantico, popolato dei fantasmi dell’inconscio e delle tensioni che gravano l’anima.

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12007959

WILLIAM DOBELL, “YOUNG MAN SLEEPING”

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LA FRASE DEL GIORNO
I sogni cedono il posto alle impressioni di un nuovo giorno come lo splendore delle stelle cede alla luce del sole.
SIGMUND FREUD, L’interpretazione dei sogni




Georg Heym (Hirschberg, 30 ottobre 1887 – Berlino, 16 gennaio 1912), poeta e  scrittore tedesco. Dell'espressionismo, oltre a condividere aspetti come l'utopia umanitaria e la visione apocalittica della realtà, incarna mirabilmente i due elementi caratterizzanti: la polemica generazionale e la solitudine dell'uomo nella megalopoli industriale che lo opprime e lo snatura.