domenica 20 aprile 2014

Scampanava la Pasqua per la via

 

DINO CAMPANA

FIRENZE CICISBEA

Scampanava la Pasqua per la via
Calzaioli, le donne erano liete
Quel giorno ed innocenti le fanciulle
Di sotto ai cappelloni ultima moda,
E ingiovanito mi sembrava il duomo...
Ed i piedini andavano armoniosi
Portando i cappelloni battaglieri
Che armavano di un'ala gli occhi fieri
Del lor languore solo, nel bel giorno.
Il cannone tuonò ma non riscosse
Le signorine che andavano a messa
E continuava il calmo cicaleggio.
Una colomba si librava molle.

(da Canti orfici ed altre liriche, 1928)

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L’annuncio gioioso delle campane come emblema della Pasqua, della resurrezione anche della primavera, della rinascita che rinnova ogni cosa, dalle piante ai cuori e ringiovanisce il mondo. Basta quell’endecasillabo iniziale della poesia di Dino Campana a dare il senso della giornata festiva: il suono delle campane, il passeggio delle ragazze fiorentine, la bellezza del mattino, tutto il suo il languore.

Vi auguro una serena Pasqua, amici lettori del Canto delle Sirene.

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Gao

GENWAY GAO, “IL DUOMO DI FIRENZE”

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LA FRASE DEL GIORNO
S'apre / a sé risorta / la terra dopo il gelo / e dopo il travaglio, / si corre incontro, da sé / a sé, si estende in un abbraccio / avido alla sua infinità /o corre in quelle linee /l'onda / leggera e travolgente / della resurrezione, si propaga, /trabocca la sua vinta angoscia, / e la riconsacrata sua potenza?
MARIO LUZI, Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini




Dino Carlo Giuseppe Campana (Marradi, 20 agosto 1885 – Scandicci, 1º marzo 1932), poeta italiano. l’unico accostabile ai “maudits” del Decadentismo europeo quali Rimbaud. La sua poesia brucia le scorie della tradizione di Carducci e D’Annunzio con un atteggiamento visionario che va oltre le cose e i dati realisticamente intesi. Di lui è nota l’appassionata relazione con Sibilla Aleramo.


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