lunedì 12 agosto 2013

Tre parole

 

WISŁAWA SZYMBORSKA

LE TRE PAROLE PIÙ STRANE

Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.

(da Attimo, 2002 - Traduzione di Pietro Marchesani)

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Incisiva e insolitamente sobria di elencazioni, in questi pochi versi la poetessa polacca Wisława Szymborska, Nobel per la Letteratura 1996, si inoltra nel territorio semantico per considerare l'aspetto metafisico di tre parole “importanti”. Futuro è un tempo che viene presto, sempre troppo presto e sembra concatenarsi con il passato  grazie a quel suo  “Fu” iniziale rimasto nel gioco della traduzione. Il Silenzio esiste solo nel non detto e quindi la parola che lo indica, pronunciata, come per controsenso lo rompe. E Niente, se non esiste, viene invece in certo modo ad indicare qualcosa, creando un altro paradosso.

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Tre parole

ELABORAZIONE GRAFICA © DANIELE RIVA

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LA FRASE DEL GIORNO
Ogni parola che si dice, fa pensare al suo contrario.
JOHANN WOLFGANG GOETHE, Le affinità elettive




Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.


5 commenti:

Vania ha detto...

...io non sono nulla/nessuno per giudicare questa poesia...ma mi piace e dice tanto a mio parere.

ciaoo Vania:)

la belle auberge ha detto...

Sono d'accordo con Vania. Mi piace molto.

DR ha detto...

sono riflessioni profonde, nella loro solo apparente banalità

Paolo ha detto...

Ecco a chi si è ispirato Bergonzoni!

DR ha detto...

non si inventa niente...