domenica 9 giugno 2013

La sala di ristoro

 

ALFONSO GATTO

VERSI PROVENZALI

La sala di ristoro
col sole sui parati
e la tavola bianca
più bianca col mazzetto
dei suoi fiori di campo,
o vecchia patria, stampo
di poveri soldati,
o vecchia patria, tetto
d’azzurro, mi decòro
col timido sorriso
che finge ogni ritratto
ventilato dall’aria.
Più verde nel piatto
grandeggia solitaria
la mela del pittore.
Il coltello è l’amore.

(da Osteria flegrea, Mondadori, 1962)

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Forse è un bisogno di geometria, un passare e ripassare i contorni delle cose per spiccarne l’esattezza”: così Alfonso Gatto scriveva della poesia. Ed è vero ancora di più per la sua di poesia, che prende vita molto spesso dalle situazioni di ogni giorno, che parte dal minimale per raggiungere l’arte, come in questa descrizione di una tavola arredata nel tipico stile in un ristorante della Provenza: sembra di vederla, come se fosse un dipinto…

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5101

PIET BEKAERT, “BINING TABLE, EARLY SUMMER”

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LA FRASE DEL GIORNO
Un poeta, se è tale, si coglie sempre a tradimento, nelle condizioni più indirette di sguardo, più inaccessibili.

ALFONSO GATTO, La Fiera Letteraria, 25 dicembre 1955




Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


1 commento:

Vania ha detto...

..ordinatamente arredata...questa poesia.:)
ciaoo Vania:)