domenica 24 febbraio 2013

Kiarostami poeta

 

Abbas Kiarostami è un celebre regista iraniano: nel 1997 vinse la Palma d’oro a Cannes con Il sapore della ciliegia. Ma lui dice di essere soprattutto un poeta. I suoi versi hanno il sapore degli haiku, pur non essendo haiku, ma ne incarnano la stessa brevità che condensa emozioni, arrivando all’osso, dopo aver prosciugato tutto ciò che non è indispensabile. C’è chi trova questi versi sublimi, chi banali. Questi che presento sono tratti da Il lupo in agguato – il titolo, tra l’altro, è una delle micropoesie – edito da Einaudi nel 2005 con la traduzione di Riccardo Zipoli. Io propendo più per la seconda ipotesi. A voi il giudizio….

 

*

Chi conosce
il dolore del bocciolo
quando si apre?

.

.

*

Ho fotografato un albero
ed è arrossito
che ci crediate o no.

.

.

*

In tua assenza
la giornata
è di 24 ore esatte,
in tua presenza
a volte di meno
a volte di più.

.

.

*

Dal gracidare delle rane
misuro
la profondità dello stagno.

.abbas-1

.

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Scrivere versi consiste nel combinare le parole dentro la mente nella più totale indipendenza e immediatezza
.
ABBAS KIAROSTAMI




Abbas Kiarostami (Teheran, 22 giugno 1940), regista, sceneggiatore, poeta, fotografo, pittore e scultore iraniano. Ha pubblicato libri di poesie che richiamano nella struttura gli haiku giapponesi, constando infatti di componimenti di pochi versi e senza rima. In essi spesso rappresenta la vita quotidiana, piccoli frammenti di normalità guardati con lo stupore di un bambino.


5 commenti:

Vania ha detto...

..saranno anche banali..ma credo siano comprensibili a tutti...quindi li trovo sublimi.
...la "poesia" deve anche arrivare a tutti...semplicemente senza grandi fronzoli...un pensiero immediato..ripeto..magari banale..ma immediato.

ciaoo Vania:)

...la terza...mi fa sorridere....l'ultima scontatissima..ma simpaticissima.

Paolo ha detto...

Poeti così ce ne sono a mazzi ma non se ne accorge nessuno perché fanno i baristi invece che i registi.
La poesia vera non è né facile né difficile e di quella sublime ce n'è pochissima...

DR ha detto...

Concordo con Paolo: la differenza sta nella possibilità di espandere i potenziali lettori grazie al "nome". E concordo anche sulla rarità della poesia sublime. Il problema è che non se ne rendano conto tanti poeti.

L'essere facile è per me un difetto più che un pregio, come di certe donne ;-)

Tra cenere e terra ha detto...

Non credo che di poeti così ce ne siano tanti...

Sono versi splendidi

DR ha detto...

come dicevo, Kiarostami poeta divide...