mercoledì 5 settembre 2012

La condanna a capire


ALESSANDRO PARRONCHI

MA ALLORA NON CAPISCI!…

- Quanto indietro possa spingersi il ricordo
ad albe iridescenti di lacrime e rugiada
una cosa distinguo:
la condanna a capire, a veder chiaro.
D'istinto, per sfuggirvi,
molte scappatoie ho tentato,
tergiversando per sentieri senza sbocco
o dietro vane, ma belle perché vane
e ingannevoli apparenze.
Ma col tempo le cose complicandosi
sempre più faticoso era distinguere
dietro le facce il nascosto pensiero.
Giocoforza del male fatto esperto
ne vedevo il dominio a gradi estendersi,
tutto invadere, tanto
da non potere il piede avanti mettere
senza perdersi per non più trovarsi.
Dietro un sorriso a volte luminoso
dietro il velame tenero dell'alba
l'inganno, la tempesta in agguato,
il dubbio, la condanna,
lo scherno...
E mai la pace di un astro che brilla
la luce di un pensiero fatto chiaro...
Davvero non capisco, non capisco.

(da Climax, 1990)

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Il poeta fiorentino Alessandro Parronchi è già in là negli anni quando scrive le poesie di Climax: in questa raccolta coltiva ancora di più il suo bisogno d’infinito, ma la sua ricerca non ha trovato sbocchi, non è riuscita ad ottenere una prova inconfutabile: resta così come in sospeso e confessa la sua incapacità di comprendere, di andare oltre la finitudine del reale: “Devi arrenderti invece / a enti che ti sovrastano, / assuefarti alla realtà, sconfiggere / ogni residua velleità d'incidere / sul presente, piegare il capo a quello / che altri vuole”.

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LINDA APPLE, “THINKING MAN #2”

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LA FRASE DEL GIORNO
Il tempo inesauribile rinasce / ogni anno ogni stagione allo spuntare / d'un'alba incerta tra morire e vivere / tra un desistere e un ricominciare.
ALESSANDRO PARRONCHI, Climax




Alessandro Parronchi (Firenze, 26 dicembre 1914 – 6 gennaio 2007), poeta, storico dell'arte e traduttore italiano. Con il suo stile ricercato è passato da un ermetismo  incantato a un intimismo che trae giovamento dalla consolazione della memoria: per questo le sue poesie sono oggetto di un meditato lavorio con cui il ricordo media l’emozione.


2 commenti:

Vania ha detto...

...trovo in questa poesia un angoscia/serena.

...si legge speditamente.

ciaoo Vania :)

DR ha detto...

è l'angoscia del poeta, l'ansia di tentare di comprendere la realtà.