lunedì 6 agosto 2012

Lo stridore della cicala


LEONARDO SINISGALLI

POESIA PER UNA CICALA

Io non so cantare lo zelo
Della formica immortale.
Più vicino alla mia sorte
È lo stridore della cicala
Che trema fino alla morte.
Nel tempo mio diletto
Mi confidavo a quell'ira
Insistente che mi assopiva
Con la cicala nel petto.
Ora nello sfacelo
Della mia giornata mi resta
Un po' di polvere in pugno,
Ma tanto vale la tua spoglia
Che ancora risento quel melo
Stormire e nell'aria di giugno
La tua allegria funesta
Nascere dietro una foglia.

(da Vidi le Muse, 1943)

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Credo che tutti noi conosciamo la celebre favola di Esopo – poi riadattata da La Fontaine – che vede protagoniste una cicala e una formica: “Era d'inverno, e le formiche stavano asciugando il loro grano, che si era bagnato. Ed ecco che una cicala affamata andò a chiedere loro del cibo. Ma le risposero le formiche: «Perché durante l'estate non hai fatto anche tu provviste?» Rispose la cicala: «Non ne avevo tempo, ma cantavo armoniosamente». E quelle, ridendole in faccia, le dissero: «Beh, se nel tempo estivo cantavi, d'inverno balla»”. Ebbene, io ho sempre fatto il tifo per la spensierata cicala, per il suo carpe diem che non si preoccupa del futuro. Dev’essere per via della mia anima poetica… E mi trovo in buona compagnia, se anche Leonardo Sinisgalli (1908-1981) si immedesima nell’allegro canto dell’insetto, già invidiato da Federico García Lorca: “Cicala! / Beata te, / che sopra il letto di terra / muori ubriaca di luce. // Tu sai delle campagne / il segreto di vita, / e il racconto della vecchia fata / che nascere sentiva l'erba / rimane nascosto in te”.

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image

JULES JOSEPH LEFEBVRE, “JEUNE FEMME A LA MANDOLINE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Ma tu cicala assorta, / piena di suoni, muori / e resti trasfigurata / in suono e luce celeste
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FEDERICO GARCÍA LORCA, Libro de poemas




Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta,  saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.


2 commenti:

Vania ha detto...

:)...maaaa!!!

....come sempre il giusto è in mezzo/a metà....e non ti dico la mia opinione...solo perchè non la so....devo ancora trovare se preferisco la cicala o la formica....credo che morirò con questo dubbio amletico.:)))))

....comunque la poesia..."suona e canta".:))

ciaoo Vania

DR ha detto...

i poeti sono cicale