venerdì 17 febbraio 2012

Le finestre dell’infanzia


JOAN MARGARIT

DISCORSO SUL METODO

Da bambino già cercavo le finestre
per poter fuggire con lo sguardo.
Da allora, quando vado in un posto,
guardo con attenzione dove lascio il cappotto
e dov’è la porta d’uscita.
La libertà, per me, significa fuggire.
Ci sono tante porte nel mondo.
Compreso il sesso, in caso di emergenza
può esserlo. Ora tutte le porte si stanno chiudendo
e, per fuggire, presto resteranno
soltanto le finestre dell’infanzia.
Completamente aperte per poter saltare.

(da Calcolo strutturale, 2005)

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Joan Margarit è un architetto e poeta spagnolo: per molti anni ha insegnato Calcolo delle strutture alla facoltà di Architettura di Barcellona, pubblicando opere in catalano e in castigliano. La formazione professionale appare in questa sua poesia dedicata alle finestre considerate come via di fuga, almeno virtuale: a tutti è capitato durante una conferenza noiosa, una spiegazione poco avvincente di un professore ai tempi della scuola o una riunione di lavoro in un pomeriggio lungo di prendere il volo con lo sguardo e la fantasia attraverso una finestra. Il tempo che passa chiude tutte le porte, ci dice Margarit, ma il passato, l’Arcadia dell’infanzia, non ci può essere tolto – è un tema che abbiamo già trovato nelle poesie di Colette Nys-Mazure, Sergio Solmi, Diego Valeri, Jorge Teillier e Guido Gozzano e in una riflessione di Cesare Pavese: l’ultima illusione.

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EDWARD HOPPER, “SUN IN A EMPTY ROOM”

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LA FRASE DEL GIORNO
Finestra azzurra del nostro mattino, / cielo promesso del tempo che fu?

DIEGO VALERI, Terzo tempo




Joan Margarit i Consarnau  (Sanaüja, 11 maggio 1938) è un poeta, architetto ed ex professore catalano. Si definisce poeta bilingue catalano/castigliano, disdegna le correnti poetiche e considera il poeta  "l’essere più realista e più pragmatico perché beve dalla realtà”.


2 commenti:

Vania ha detto...

...accostamento dell' immagine in sintonia....e piacevole.

...bella la poesia..."tecnica"...resta una fuga....una "linea" infinita....non un segmento :))

ciaooo Vania

DR ha detto...

Hopper aveva un po' la mania delle finestre, ecco perché ho pensato a lui per l'immagine. Quanto alla "tecnica" sto a zero: sono un uomo di lettere, io :-)))