lunedì 23 gennaio 2012

La tacita gioia di respirare


OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM

DI QUESTO CORPO CHE M’È DATO

Di questo corpo che m’è dato, che ne farò?
Che ne farò di questo dono unico e intimo?

Ditemi chi debbo ringraziare? A chi
esser grato della tacita gioia di respirare ed esistere?

Sono un giardiniere e anche un fiore,
in questo mondo-prigione non son solo,

sui vetri dell’eternità
già si è posato il mio caldo respiro.

Suggello di me,
sarà come un ricamo inconosciuto.

Trascorra il sedimento dell’istante –
il caro segno non si cancellerà.

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L’acmeismo è un movimento letterario che venne soffocato nel suo primo vigore dallo svilupparsi della Rivoluzione d’Ottobre: il nuovo classicismo di questi autori russi opposto all’ormai decadente simbolismo non aveva la forza per resistere all’ideologia rivoluzionaria. Ma Gumilev, Anna Achmatova e Osip Mandel’štam su tutti seppero per quel breve periodo elevare il loro canto nel nuovo stile caratterizzato dalla chiarezza rappresentativa e dall’elaborazione della forma e del verso. Osip Emil’evič Mandel’štam, nato nel 1891 a Varsavia, allora città dell’Impero Russo, soffrirà come Gumilev – fucilato – e la stessa Achmatova, la dura repressione bolscevica: finirà vittima delle purghe staliniane in un gulag siberiano nel 1938. Possiamo apprezzare in questa sua poesia la chiarezza stilistica di cui si è detto a proposito del movimento acmeista, alla quale Mandel’štam aggiunge una particolare sensibilità: le immagini da lui scelte per raffigurare il nostro transito terrestre sono terse come cristalli.

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VORONEŽ, MONUMENTO A MANDEL’ŠTAM © DMITRY BULGAKOV

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LA FRASE DEL GIORNO
Povero colui, che solo a metà vivo / l’elemosina chiede alla sua ombra.
OSIP EMIL’EVIČ MANDEL’ŠTAM




Osip Ėmil'evič Mandel'štam (Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938), poeta, letterato e saggista russo. Prosatore e saggista, esponente di spicco dell'acmeismo e vittima delle Grandi purghe staliniane: arrestato per una critica a Stalin e condannato ai lavori forzati in Siberia, morì nel campo di transito di Vladivostok.


4 commenti:

Vania ha detto...

...devo dire che mi piace molto questa poesia ...la formulazione e ciò che rappresenta.

...senza dubbio...trasparente/limpida e dai "grandi riflessi" anche la frase del giorno.
ciaooo Vania

DR ha detto...

"Sono un giardiniere e anche un fiore" è il verso che più risalta: la frase del giorno è una conseguenza logica di questa presa di coscienza

Fedefido ha detto...

Mi piace molto quando parla della gioia di respirare. Gli orientali parlano della zona sotto l'ombelico come di un altro cervello e sembra che respirare fino alla pancia porti gioia ed equilibrio...

Tra cenere e terra ha detto...

"sui vetri dell’eternità
già si è posato il mio caldo respiro..."

Un'immagine che si costruisce poco a poco...