venerdì 16 dicembre 2011

Dalla polvere della battaglia


ADNAN AL-SAYEGH

AGAMENNONE

Dalla polvere della battaglia
torna
con il cuore ferito
e due braccia di tamburi e oro.
Sognando le dolci labbra di Clitennestra
che intanto si scioglievano
una notte dopo l’altra,
sulle labbra del suo amante Egisto.

Quando aprì la porta
vide sulle sue labbra viscide
le migliaia di cadaveri lasciati
sul campo di battaglia,
e si accorse di avere dimenticato
di lasciare là il suo corpo.

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Agamennone, il comandante in capo dell’esercito greco nella guerra di Troia, dovette sottostare un po’ come Odisseo alle peripezie cui lo sottoposero gli dei: sacrificò la figlia Ifigenia alla dea Artemide per placarne la furia dopo uno sgarbo da lui compiuto e poter così salpare da Aulide con la sua flotta; litigò con Achille per il possesso di una schiava preda di guerra; dopo eroiche imprese sul campo di battaglia, venne ferito al braccio da Coone nel corpo a corpo con cui l’uccise. E, finita la guerra, sogna solo di tornare a casa e abbracciare la moglie Clitennestra. Questo è il momento che il poeta iracheno Adnan Al-Sayegh coglie nella sua poesia: l’attimo in cui un uomo stanco torna a casa e vede tutti i suoi sogni infrangersi, capisce che la moglie non lo attendeva ma se la spassava con l’amante Egisto. La seconda strofa diventa il negativo della prima: le labbra di Clitennestra da dolci si fanno viscide e tutta la stanchezza del vivere travolge il povero Agamennone, che ora sogna soltanto di essere caduto anch’egli, con onore, sul campo. Invece, secondo il mito, sarà Clitennestra a ucciderlo, sollecitata dal suo amante Egisto.

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PIERRE-NARCISSE GUÉRIN BARON, “CLYTEMNÈSTRE HÉSITANT AVANT DE FRAPPER AGAMEMNON ENDORM”

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LA FRASE DEL GIORNO
Oh tu, prima ansia / Oh tu, patria ultima / Tutto quello che abbiamo / È un paese come i nostri sogni / E un desiderio che annienta.
ADNAN AL-SAYEGH




Adnan al-Sayegh (Al-Kufa, 1955), poeta iracheno. È una delle voci più originali della generazione di poeti iracheni conosciuta come Movimento degli anni Ottanta. La sua poesia, elegante e tagliente, denuncia la devastazione della guerra e gli orrori della dittatura.


4 commenti:

Vania ha detto...

...Povero Povero Agamennone.:(

...intensa/intrinsa di sentimenti la scrittura.
ciaooo Vania

DR ha detto...

Diciamo che Agamennone si è attirato il destino: cassandra, la "veggente" figlia del re di Troia era il suo "bottino di guerra". Clitennestra ha fatto fuori anche lei...

Gianpiero De Tomi ha detto...

Non è facile, scrivere su poemi epici del mondo ellenico, perchè richiede la comprensione dell'immaginario degli antichi autori. Ma in questi versi, c'è molto più che la stanchezza ed il rimpianto di Agamennone, che tornato comprende il fallimento di tutti i sogni; è anche un messaggio velato, per tutti coloro che per le illusioni di grandezza nella guerra, rinunciano all'amore, o alla possibilità di una vita piena ed intensa, comprendendo troppo tardi che quella scelta presuppone l'onorevole morte sul campo dell'ultima guerra, trafitti dall'ultima lancia,piuttosto che ritornare a quel mondo in cui ormai nulla possono condividere.

DR ha detto...

Dici bene, Gianpiero: è il destino dell'eroe che non si compie. Per questo Agamennone è più umano e ci immedesimiamo nel suo fallimento.