domenica 5 giugno 2011

Sete d’acqua


RODOLFO ALONSO

ALL'OMBRA DI MALTHUS

Dei saggi annunciano,
con discreta emozione
e soppesando dati,
in modo sinistro,
irreprensibili,
che nel Terzo Millennio
sempre più uomini avranno sete.

(Al farlo, non saranno,
come si vede,
sufficientemente
originali:
tutti i secoli
ebbero la loro
sete di giustizia,
libertà e bellezza).

Adesso, finalmente, sembra proprio
- miserabile miracolo,
spreco crudele,
irrisorio destino
finale - , che gli umani
avranno la fortuna
di uccidere morendo
(a caccia di piogge,
in oasi blindate,
recintando fiumi,
rinchiudendo il mare)
per una semplice, serena,
salutare e letale
cristallina sete d'acqua.

(da L'arte di tacere, 2003 – Traduzione di Sara Pagnini)

.

Chi ha studiato Economia Politica conosce Thomas Robert Malthus. Chi era costui? Un economista inglese vissuto tra il XVIII e il XIX secolo che investigò gli effetti dell’incremento della popolazione sostenendo che la crescita di questa, non regolata e non sorretta da un opportuno aumento delle sussistenze alimentari, avrebbe prodotto un collasso socio-economico. La sua teoria, il malthusianesimo, sostiene che occorre limitare la popolazione – sono buone anche le guerre e le epidemie – anche se il mezzo migliore per elevare il tenore di vita dei paesi sottosviluppati è quello del controllo delle nascite.

Il poeta argentino Rodolfo Alonso, che abbiamo già trovato alle prese con la donna della memoria in Déjà vu, qui trova nella lotta per l’acqua, nella sua più che probabile scarsità nel XXI secolo – tanto da essere ormai definita “oro blu” – la nuova applicazione della teoria di Malthus. Quel “blindare oasi”, “recintare fiumi”, “rinchiudere il mare”, paventando un mondo in cui un bene primario diventa bene economico, mette davvero i brividi.

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Fotografia © Solutions42

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LA FRASE DEL GIORNO
Ho sete, ho sete di spazi e di acque nuove! 
LÈOPOLD SÉDAR SENGHOR




Rodolfo Alonso (Buenos Aires, 4 ottobre 1934), poeta, traduttore, saggista ed editore argentino. Traduttore di Fernando Pessoa, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Cesare Pavese e Paul Celan, fu giovanissimo protagonista della rivista d’avanguardia Poesía Buenos Aires, dove pubblicò i suoi primi versi nel 1952.


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