martedì 17 maggio 2011

L’esempio delle tartarughe


ANA BLANDIANA

SENZA SAPERE

Evidentemente non assomiglio
a nessuno di quei tessitori di parole
che si fanno i vestiti e le carriere ad uncinetto,
la gloria, l’orgoglio,
sebbene mi muova in mezzo a loro
ed essi guardino le mie parole come fossero magliette,
“— Come sei ben vestita!”, mi dicono.
“— Come ti cade a pennello la poesia!”,
senza sapere
che le poesie non sono i miei vestiti,
ma lo scheletro
estratto con dolore
e posto sopra la carne come un carapace,
seguendo l’esempio delle tartarughe
che così sopravvivono
lunghi secoli
infelici.

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I veri poeti non scrivono per la gloria, né per apparire nei salotti televisivi. Quello può essere un secondo fine, forse. Ma i veri poeti scrivono per se stessi, scrivono per esprimere quello che sentono, scrivono perché trovano nella poesia un mezzo per sopravvivere. Sono bellissimi questi versi della rumena Ana Blandiana: rivendicano la purezza della poesia, lontana dalla prostituzione commerciale, dall’esibizione pubblica. La poesia è intimità espressa: efficacissima è l’immagine dello scheletro esposto mentre gli altri mostrano vestiti pieni di lustrini come il torero nell’arena.

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image

Fotografia dal web

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LA FRASE DEL GIORNO  
Eri coperta di poesie / tutto il tuo corpo era scrittura. 
OCTAVIO PAZ, Versante Est




Ana Blandiana, pseudonimo di Otilia Valeria Coman (Timișoara, 25 marzo 1942), poetessa romena, sostenitrice dei diritti civili in Romania .Prima della rivoluzione del 1989, famosa dissidente e sostenitrice dei diritti dell'uomo, ebbe il coraggio di contestare in numerose interviste e dichiarazioni pubbliche il dittatore Nicolae Ceaușescu.

6 commenti:

Spartana ha detto...

Non conoscevo questa poetessa, grazie per averla condivisa. Posso fare un piccolo distinguo? Non si scrive per la gloria, certo; credo però che si scriva sempre per l'altro, mai soltanto per se stessi, per lanciare un messaggio a chi è in grado di coglierlo. Una sorta di selezione naturale al contrario che preserva dall'estinzione le voci meno... appariscenti.
c.

Tra cenere e terra ha detto...

"ma lo scheletro
estratto con dolore
e posto sopra la carne come un carapace"...forte, squarcia ogni ipocrisia...

Tra cenere e terra ha detto...

Ah, non mi ero accorto di Paz...che meraviglia...

DR ha detto...

Vero. Si scrive per estrarre quello scheletro in modo che gli altri possano vederlo.

Vania ha detto...

...bella metafora.
...molto significativo questo post.

ciao Vania

...la frase del giorno...mi ricorda il video dei Negramaro..
http://www.youtube.com/watch?v=br56LumlxGw&feature=related

Saturnello ha detto...

... poche volte ho trovato una spiegazione così felicemente poetica e così dolorosamente vera del motivo per cui si scrive o si dovrebbe scrivere poesia, quella che i greci chiamavano logoterapia, curarsi delle ferite del mondo attraverso le parole...e con quelle attraversare i secoli...