mercoledì 23 marzo 2011

L’orchidea e la lucciola

 

LUCÍA RIVADENEYRA

SEI UNA LUCCIOLA

Ho deciso di strapparmi la memoria a pugni
e dimenticarti come il giornale di ieri
anche se resto senza oroscopo     mordendomi le unghie

perché mentre io
spruzzo i cimiteri con cannella
cammino con Truffaut sul bordo dei marciapiedi
e sono un'orchidea che sa scegliere le sue albe
tu
mi offri l'amore col coprifuoco
adorni il mio letto con lattughe
tessi angoli retti con parole
e crei favole senza pane

e poi
che peccato
non sai baciarmi dentro
non hai guardato mai le palme delle mie mani
e non comprendi il mio modo di sequestrare la luna

sei una lucciola nei miei giorni
e un poco di mercurio nella mia estate.

(da Rumor de tiempos. Antología, 2006)

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Dopo “Dicono”, "Suonando i tuoi silenzi” e “Solidarietà”, ecco un’altra poesia della poetessa messicana Lucía Rivadeneyra, giornalista e docente all’Università Autonoma del Messico: ancora versi d’amore dove l’eros rimane però più sfumato rispetto alle altre composizioni.

Due universi che non collimano quelli di Lucía e del suo innamorato: come l’alba e il tramonto non si incontrano pur vivendo nello stesso giorno. Lei comprende che l’amante non condivide la sua stessa sensibilità e riesce a individuare con lucidità la linea di demarcazione che non consente all’amore di esprimersi nella sua pienezza. “Che peccato” – dice – non può funzionare, è effimero questo amore, come il volo delle lucciole che accende di puntini luminosi le brevi notti di giugno.

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Robin-Street Morris, “Firefly night”

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LA FRASE DEL GIORNO 
Siamo una coppia di quelle / che lasciano in un albergo di sabbia / l’umore di due sagome che si amarono.
LUCÍA RIVADENEYRA, Rumor de tiempos. Antología




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Lucía Rivadeneyra (Morelia, 26 agosto 1957), poetessa messicana. Insegnante di giornalismo e letteratura all’UNAM, ha pubblicato numerose raccolte dove protagonisti sono l’amore appassionato, l’erotismo e la solitudine.


2 commenti:

Vania ha detto...

...e mi piace questa Poetessa...non c'è dubbio.:)...oltretutto non mi serve wikipedia :))
ciaoo Vania

Spartana ha detto...

volano altissimi questi versi. L'isola e la terraferma che si guardano da lontano...