martedì 4 gennaio 2011

Percossi sradicati alberi

 

DIEGO VALERI

CAMPO DI ESILIO

Percossi sradicati alberi siamo,
ritti ma spenti, e questa avara terra
che ci porta non è la nostra terra.
Intorno a noi la roccia soffia vènti
nemici, fuma opache ombre di nubi,
aspri soli lampeggia da orizzonti
di verdi ghiacci. Le nostre segrete
radici, al caldo al gelo, nude tremano.
E intanto il tempo volge per il cielo
i mattini le sere: alte deserte
stagioni; e i lumi del ricordo, e i fuochi
della speranza, e i pazzi arcobaleni.
Come morti aspettiamo che la morte
passi; e l’un l’altro ci guardiamo, strani,
con occhi d’avvizzite foglie. E un tratto
trasaliamo stupiti, se alla cima
di un secco ramo un germoglio si schiuda,
e la corteccia senta urgere al labbro
delle vecchie ferite un sangue vivo;
tra le nubi scorrendo un dolce vento
di primavere nostre.

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Nel 1924 Diego Valeri, che da dieci anni insegnava italiano e latino nei licei del Nord Italia, ottenne la docenza di Letteratura francese a Venezia. Ma fu escluso dal concorso perché non aveva la tessera del partito fascista. Si trovò così costretto a lavorare per la Sovrintendenza alle Belle Arti della città lagunare. I suoi guai con il regime però non erano finiti lì: dopo  il 25 luglio 1943 fu scelto come direttore del Gazzettino e lo guidò come foglio libero fino all’8 settembre, quando lasciò l’Italia per la Svizzera e venne destinato dalle autorità elvetiche a un campo per rifugiati politici a Mürren, sulla Jungfrau, in alta montagna. In quel campo c’erano nomi di spicco della cultura e della politica italiana: i fratelli Dino e Nelo Risi, Giorgio Strehler, Amintore Fanfani, intellettuali e professori universitari.

Campo di esilio racconta con toni struggenti questa forzata condizione nel campo, l’attesa, la preoccupazione per la famiglia lontana. Il tempo, che in questi versi è un cruccio doloroso, lo ripagherà al termine della guerra: la revisione del concorso che gli era stato negato lo vedrà classificato come primo e Valeri. per insegnare Letteratura francese e Storia della Letteratura italiana contemporanea, sceglierà l’amata Padova.

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Murren © MArtin Hawlisch

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LA FRASE DEL GIORNO
Tu proverai sì come sa di sale / lo pane altrui, e come è duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
DANTE ALIGHIERI, Paradiso, XI, 58-60




Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.


1 commento:

Adriano Maini ha detto...

La dignità dell'uomo che, intendendo sentirsi libero, libero lo é già solo per questo non comune afflato. P.S. Ma da te devo tornare con maggiore calma. In questi giorni mi sono un po' perso in tante cose ...