martedì 16 novembre 2010

Decadenza

 

PAUL VERLAINE

LANGUORE

a Georges Courteline

Sono l'Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti dove danza
il languore del sole in uno stile d'oro.

Soletta l'anima soffre di noia densa al cuore.
Laggiù, si dice, infuriano lunghe battaglie cruente.
O non potervi, debole e così lento ai propositi,
e non volervi far fiorire un po' quest'esistenza!

O non potervi, o non volervi un po' morire!
Ah! tutto è bevuto! Non ridi più, Batillo?
Tutto è bevuto, tutto è mangiato! Niente più da dire!

Solo, un poema un po' fatuo che si getta alle fiamme,
solo, uno schiavo un po' frivolo che vi dimentica,
solo, un tedio d'un non so che attaccato all'anima!

(da Jadis et naguère, 1884 – Traduzione di L. Frezza)

.

Questo sonetto di Paul Verlaine è sicuramente uno degli esempi più lampanti del Decadentismo: riesce a spiegare appieno quelli che sono i principi fondamentali dell’arte decadente attraverso lo stratagemma di usare un quadro oggettivo, quello dell’Impero romano nei giorni della sua decadenza. Intorno si svolgono battaglie, gli invasori sono ormai in città ma tutto è sentito lontano, visto come attraverso un vetro opaco; la voglia di vivere, di essere parte della storia non c’è più, tutto si perde in quel vuoto interiore che inghiotte ogni cosa, persino l’arte – Batillo è un celebre mimo di Alessandria, persino la poesia.

Ed è proprio quell’atmosfera che Verlaine ricrea nella sua sensibilità poetica: l’incapacità di rapportarsi attivamente con la realtà, l’ozioso abbandono alla noia e al languore, allo spleen così caro a Baudelaire, l’indolente debolezza, l’affascinata contemplazione di qualcosa che finisce, la conseguente contemplazione della morte. Ciò che rimane è solo il frivolo virtuosismo di un acrostico.

.

Lord Leighton, “Flaming June”

.

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
LA FRASE DEL GIORNO
Il tuo verso sia la cosa involata / che si sente fuggire da un’anima avviata / verso altri cieli, ad altri amori.
PAUL VERLAINE, Jadis et naguère





Paul-Marie Verlaine (Metz, 30 marzo 1844 – Parigi, 8 gennaio 1896),  poeta francese. Figura del poeta maledetto, viene riconosciuto come il maestro del Simbolismo. La sua influenza sarà significativa e i posteri accoglieranno questa arte poetica fatta di musicalità e della fluidità che gioca con i ritmi pari e chiede alla poesia di essere un canto discreto e dolce, che traduce delle impressioni incerte.



4 commenti:

Vania e Paolo ha detto...

..difficile per me ..la poesia.

...molto bello il significato della pittura....tra il sonno e la morte..la pianta di oleandro...e così intensi/vivi/veri i colori dell' abito della donna.
ciao Vania

Adriano Maini ha detto...

Fai conoscere la grande poesia. Fai apprezzare la Poesia!

DR ha detto...

Grazie: è uno stimolo a migliorarsi sempre...

AlmaCattleya ha detto...

Io adesso mi sto occupando invece di Arthur Rimbaud che come ben saprai con Paul Verlaine ha avuto una relazione.
Se ti va di venire...