mercoledì 22 settembre 2010

Ritorno a Sirmione


CATULLO

CARME 31

Che allegria piena, distesa, Sirmione,
rivederti più bella di tutte le isole e penisole
che Nettuno solleva sulle acque diverse
dei laghi trasparenti o del mare immenso.
Quasi non credo d'essere lontano dalla Tinia,
dalle terre bitinie e guardarti sereno.
Vi è felicità più grande che scordare gli affanni,
quando la coscienza si annebbia nella fatica
di viaggiare e si torna alla nostra casa
stremati per riposare in quel letto sospirato?
Di tutte le fatiche questo è l'unico premio.
Sirmione, bellissima, mia, rallegrati
e rallegratevi anche voi onde lidie del lago:
risuonino nella casa solo grida di gioia.

(da Carmina  - Traduzione di Mario Ramous)

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A proposito della poesia di Catullo, Luca Canali parla del dolore di cui il poeta latino “aveva bisogno come della gioia (…) bisogno di soffrire e di fuggire la sofferenza”. Ecco spiegate le illusioni di ogni nuovo amore, quel celebre “odi et amo” che fu il leitmotiv della sua breve vita: il mantello della strafottenza snob che copre la sua insicurezza di fronte al vivere. “L’angoscia sfibrante di un dolore senza tregua / mi distoglie da ogni volontà di vivere” confessa all’amico Ortalo nel carme 65. Ecco spiegate la sua smania, la sua irrequietezza, la sua propensione per lo scandalo, per il coup de theatre.

Catullo, giunto a Roma, segue il propretore Memmio nel suo viaggio verso la Bitinia, l’area dell’odierna Smirne, in Turchia, a ridosso della zona orientale del Mar di Marmara. Ben presto gli viene a noia quella condizione del viaggio, quel vagabondare che si era illuso potesse cancellare i suoi crucci, abbandona la comitiva e torna a casa per conto suo. Il castello paterno sul Garda, il buen ritiro di Sirmione sono un vagheggiamento, almeno fino a che il ritorno resta nell’ambito del sogno, della nostalgia d’emigrante. Come Quasimodo che si trova a sognare la Sicilia a Milano o nelle fertili campagne lombarde. Come Ungaretti che rimpiange l’Egitto della sua infanzia. E il luogo natale appare in tutta la sua bellezza: è il grembo che ci ha generato, è il posto dove gli affanni vengono dimenticati e si può tendere a qualcosa che assomiglia moltissimo alla felicità.

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Sirmione, Grotte di Catullo – Fotografia © Ville Pille B&B

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LA FRASE DEL GIORNO
La casa è dove si trova il cuore.
PLINIO IL VECCHIO




Gaio Valerio Catullo (Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.), poeta romano. È noto per l'intensità delle passioni amorose espresse, per la prima volta nella letteratura latina, nel suo Catulli Veronensis Liber, in cui l'amore ha una parte preponderante, sia nei componimenti più leggeri che negli epilli ispirati alla poesia di Callimaco e degli Alessandrini in generale.

2 commenti:

Vania e Paolo ha detto...

...questi classici...:)bisognerebbe proprio conoscerli bene...per "comprendere"...qualcosa in più della/dalla Vita.

La frase del giorno è....davvero "forte".
Ciao Vania

DR ha detto...

io ho una formazione classica: conoscere il pensiero di gente che ci è così lontana nel tempo e così vicina nel sentire è sicuramente un vantaggio, purtroppo la scuola moderna non la pensa così...