domenica 18 ottobre 2009

Neologismi 2010

Ottobre è tempo di funghi, castagne e… neologismi. Infatti esce lo Zingarelli e tutti corrono a verificare quali siano le nuove parole ammesse di diritto nel vocabolario.

Lo scorso anno toccò ad esempio a adsl, paparazzare, ecopass, onlus, black-bloc… Insomma la solita miscela di parole inutili del gossip, prestiti dall’inglese, mostri linguistici burocratici e orrendi termini politici. Quest’anno ci risiamo daccapo: ecco nimby, acronimo che sta per “Not In My Back Yard”, non nel mio giardino, ovvero la pretesa che la TAV, il ponte, la strada, il pozzo petrolifero, l’impianto eolico venga fatto altrove, non nel proprio paesello –  e spostale di giardino in giardino va a finire che le opere pubbliche le faremo in Svizzera, in Francia, in Austria, in Libia (oops, l’autostrada la facciamo davvero lì). Poi ci sono termini da coatti dell’happy hour: acchiappo per tentativo di seduzione, vipperia per designare un gruppo di persone che dovrebbero essere conosciute (ma se mi chiedete il nome di un tronista, al massimo rispondo che non so neppure cosa sia, un fabbricatore di sedie regali?) E ancora orribili usi della lingua italiana, direi qui violentata: traduttese per dire di  una traduzione troppo letterale e contorta, ottista a indicare lo studente che ha tutti otto e che per una strana legge può saltare un anno, e spreferito per significare il meno gradito, mah… C’è la social card voluta dal governo per i pensionati meno agiati, in compagnia di un’altra parola inglese come pump, un tipo di ginnastica. Ci sono i due schieramenti pro choice e pro life, nati in seguito all’animato dibattito sul “trattamento di fine vita” dovuto anche al caso di Eluana e la famiglia omogenitoriale, fonte di altre polemiche.  Dalla Cina viene il feng shui, disciplina ora nota anche agli architetti e agli arredatori, che ne seguono i dettami per orientare al meglio gli arredi. Dalla burocrazia arriva lo scontrino parlante: è quello che rilascia il farmacista per le detrazioni fiscali. La fisica risarcisce il professor Nicola Cabibbo, espropriato del premio Nobel nel 2008: l’angolo di Cabibbo porta il suo nome nel vocabolario. Infine segnalo il pangramma: altro non è che una frase che contenga tutte le lettere dell’alfabeto una sola volta, come l’inglese “The quick brown fox jumps over the lazy dog” e l’italiana “Quel fez sghembo copre davanti”.

Oltre ai neologismi lo Zingarelli lancia anche le “parole da salvare”, ben 2800, che sembrano ormai desuete dalle bocche e dalle penne degli italiani, adusi al migliaio di lemmi propinati dalla televisione. Se volete notare la finezza, ne ho usata qualcuna nel periodo qui sopra. Comunque, tra i nuovi “panda” della lingua ci sono parole che sanno di poesia: l’onusto di Saba, il ciarpame di Montale, il garrulo di Pascoli e termini di uso comune come egregio ed esimio. Nelle scuole però scommetterei che solo le mosche bianche conoscono il significato di abominio, zotico, alacre, foriero, laconico, pervicace, visibilio.

Ah, già che ci siamo: un’altra campagna del nuovo Zingarelli è quella a favore del punto e virgola: per favore usiamolo, è anche simpatico, perché negli emoticon strizza l’occhiolino; più che una virgola, meno di un punto, una via di mezzo…




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LA FRASE DEL GIORNO
Il libro per l’isola? Un vocabolario.
GESUALDO BUFALINO, Il malpensante

2 commenti:

occhio sulle espressioni ha detto...

Quelli che mi hanno colpito in particolare sono i vari "acchiappo", "vipperia" e simili probabilmente presenti. Posso ragionare ed accettare un dibattito circa i termini tipo "social-card", esempio di inglesismo inutile e non abbreviativo, ma con la particolarità di essere la parola ufficiale per indicare l'oggetto in questione, quindi ammetto una sua collocazione nel dizionario. Ma quelli nominati sopra, a che scopo? Sono slang, affatto diffusi e propri solo di chi... ci crede; oltretutto, il secondo in particolare, è evidente specchio di codesta società.
Ah, w il punto e virgola e la sua utilità!
Ciao. :)

DR ha detto...

Viva il punto e virgola! E le parole da salvare: c'è bisogno di spaziare maggiormente nel linguaggio, impoverito dalla televisione becera che ci è toccata in sorte.

I termini da slang secondo me sono solo una moda passeggera, almeno lo spero... Certo quando esco la sera non vado all'acchiappo, casomai più elegantemente corteggio (sono un uomo d'altri tempi).