mercoledì 26 agosto 2009

Il sonno di Penna

 

SANDRO PENNA

IO VIVERE VORREI ADDORMENTATO

Io vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita.


NEL SONNO INCERTO DORMO ANCORA UN POCO

Nel sonno incerto dormo ancora un poco.
È forse giorno. Dalla strada il fischio
di un pescatore e la sua voce calda.
A lui risponde una voce assonnata.

Trasalire dei sensi - con le vele,
fuori, nel vento? - Io sogno ancora un poco.

(da Poesie, Garzanti, 1976)


Sandro Penna è un poeta difficilmente collocabile nella letteratura del ‘900: non ha certo subito l’influenza di Ungaretti, lo si può forse avvicinare a Saba. In realtà, Penna, nella sua semplicità di dizione che trasforma le poesie in un diario che racconta stati d’animo, è una specie di moderno poeta alessandrino con il suo eros ingenuo e spontaneo che fa da sfondo ai versi, eros come felicità e gioia di vivere anche quando diventa, come spesso accade, dolore… E chiaro appare nel primo distico che sembra essere un manifesto programmatico della sua poetica:

Una vita di sensazioni, di pura poesia, è quella cui Penna ambisce e che fece dire al critico Anceschi di una “poetica dell’indolenza”. Almeno è quello che appare dagli endecasillabi della seconda poesia proposta.

 

William Dobell, "Uomo che dorme"

 

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è un sonno, l'amore ne è il sogno e avrete vissuto se avete amato.
ALFRED DE MUSSET




Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977), poeta italiano. Con toni epigrammatici, le sue poesie esprimono spesso un’intenso desiderio sensoriale di vita talora malinconico e cantano l’amore omosessuale (“Poeta esclusivo d’amore”, si definì egli stesso).


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