mercoledì 20 maggio 2009

Mario Benedetti

Il poeta uruguayano di chiare origini italiane Mario Benedetti si è spento domenica sera all’età di 88 anni nella sua casa di Montevideo. Il suo lascito è racchiuso in oltre ottanta opere suddivise in raccolte di poesie, racconti e saggi.

Benedetti è un poeta dell’amore e del quotidiano, ma fece scalpore nel 1956 la pubblicazione di “Poemas de la oficina”, dove trattava un tema considerato poco poetico – a torto: si pensi a Volponi. Con il suo stile diretto e colloquiale Benedetti ha saputo descrivere le situazioni e le sensazioni che gravitano attorno all’amore, alla morte, al tempo. Ma il poeta uruguayano, che viveva in una terra di lotte e dittature quale era il Sudamerica, seppe toccare anche temi sociali: la povertà, l’ingiustizia, la solitudine, la speranza, tutte le inquietudini che caratterizzano l’umanità.


Due poesie di Mario Benedetti:


TATTICA E STRATEGIA

La mia tattica è guardarti
imparare come sei
volerti come sei
la mia tattica è parlarti
costruire con parole
un ponte indistruttibile
la mia tattica è rimanere nel tuo ricordo
non so come
né so con quale pretesto
ma rimanere in te
la mia tattica è essere franco
e sapere che tu sei franca
e che non ci vendiamo simulacri
affinché tra i due
non ci sia teloni
né abissi
la mia strategia è
invece
molto più semplice
e più elementare
la mia strategia è
che un giorno qualsiasi
non so con che pretesto
finalmente abbia bisogno di me.





TI AMO

Le tue mani sono la mia carezza,
i miei accordi quotidiani
ti amo perché le tue mani
si adoperano per la giustizia
se ti amo è perché sei
il mio amore la mia complice e tutto
e per la strada fianco a fianco
siamo molto più di due
i tuoi occhi sono il mio esorcismo
contro la cattiva giornata
ti amo per il tuo sguardo
che osserva e semina il futuro
la tua bocca che è tua e mia
la tua bocca che non si sbaglia
ti amo perché la tua bocca
sa incitare alla rivolta
se ti amo è perché sei
il mio amore la mia complice e tutto
e per la strada fianco a fianco
siamo molto più di due
e per il tuo aspetto sincero
e il tuo passo vagabondo
e il tuo pianto per il mondo
perché sei popolo ti amo
e perché l’amore non è un’aureola
né l’ingenuo finale di una favola
e perché siamo una coppia
che sa di non essere sola
ti voglio nel mio paradiso
ossia quel paese
in cui la gente vive felice
anche senza permesso
se ti amo è perché sei
il mio amore la mia complice e tutto
e per la strada fianco a fianco
siamo molto più di due.



[L’immagine è tratta da El Boomeran(g)]



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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore non è ripetizione. Ogni atto d’amore è un ciclo in se stesso, un’orbita chiusa nel suo rituale. È - come posso spiegarti? – un pugno di vita.
MARIO BENEDETTI, Rincón de Haikus




Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, noto come Mario Benedetti (Paso de los Toros, 14 settembre 1920 – Montevideo, 17 maggio 2009), poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano. Figlio di immigrati italiani, fece parte della Generazione del’45. Nel 1973 fu costretto all’esilio dal golpe militare. Rientrò nel 1983.


2 commenti:

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Più che splendida, questa sentita dichiarazione d'amore di Mario Benedetti: grazie per averla proposta Daniele.
Una lettura decisamente indimenticabile
(che non conoscevo ed ora salverò subito fra i preferiti)

luciana - comoinpoesia

DR ha detto...

La poesia si annida un po' ovunque. Amo andare a scovarla qua e là per il mondo, uscendo dai percorsi comuni. E dove la strada è meno battuta, ecco le sorprese...