venerdì 24 ottobre 2008

L'autunno di Verlaine


PAUL VERLAINE

CANZONE D'AUTUNNO


I lunghi singulti
dei violini
d'autunno
mi lacerano il cuore
d'un languore
monotono.

Pieno d'affanno
e stanco, quando
l'ora batte
io mi rammento
remoti giorni
e piango.

E mi abbandono
al triste vento
che mi trasporta
di qua e di là
simile ad una
foglia morta.


Il fascino malinconico dell'autunno tocca il cuore dei poeti. Anche Paul Verlaine ne fu ispirato e compose questa bellissima lirica, leggera e musicale, sfumata come da una nebbia. Tuttavia la facilità del ritmo, la dolcezza della sonorità non nascondono i rimpianti, le sofferenze fisiche e morali, la coscienza dell'umano errare e della precarietà dell'esistenza.

Verlaine evoca la malinconia dell'autunno rappresentandola con quel verbo "lacerano" (nell'originale francese "blessent", feriscono), introducendo subito il tema della tristezza già dall'incipit, da quei "singulti" tipici di chi piange sconsolato. E spiega perché: l'autunno, tempo di riflessione, lo trova psichicamente e fisicamente abbattuto; il passare del tempo, il ricordo dei felici giorni perduti sono dolorosi pensieri. "Quando l'ora batte" fa sospettare che sia il tramonto, che una chiesa lontana rintocchi i vespri, ma richiama anche l'ultima ora, la sera pascoliana del declino della vita. C'è la memoria di un tempo che si presume spensierato, ma diversamente dal Gozzano di "Salvezza" questa non è salvifica.

Così il poeta francese conclude con una meditazione sull'impotenza degli esseri umani, abbandonati al vento del destino, e per sottolinearne la caducità si affida ad una similitudine spesso usata, quella delle foglie: possiamo pensare alla celeberrima "Soldati" di Ungaretti ("Si sta / Come d'autunno / Sugli alberi / Le foglie"), alla "Imitazione" di Leopardi ("Lungi dal proprio ramo, / povera foglia frale, /dove vai tu?"), agli antichi versi di Mimnermo ("Al modo delle foglie che nel tempo / fiorito della primavera nascono / e ai raggi del sole rapide crescono, / noi simili a quelle per un attimo / abbiamo diletto del fiore dell’età, / ignorando il bene e il male per dono dei Celesti").

Eccolo allora, il povero Paul, sorpreso a camminare nella sera ventosa d'autunno, mentre il vento suona come violino: vacilla sotto il peso degli affanni, trasportato dal destino come una foglia. Come un uomo...





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LA FRASE DEL GIORNO
Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza; per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso.
ARTHUR SCHOPENHAUER, Il mondo come volontà e rappresentazione





Paul-Marie Verlaine (Metz, 30 marzo 1844 – Parigi, 8 gennaio 1896),  poeta francese. Figura del poeta maledetto, viene riconosciuto come il maestro del Simbolismo. La sua influenza sarà significativa e i posteri accoglieranno questa arte poetica fatta di musicalità e della fluidità che gioca con i ritmi pari e chiede alla poesia di essere un canto discreto e dolce, che traduce delle impressioni incerte.



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