giovedì 14 agosto 2008

Il maestro


Don Angelo è segnato dalla malattia: ha la voce flebile e una debolezza nel fisico, già salire le scale per lui è un problema. Ma è un filosofo, il mio antico maestro, e come tale prende la vita. È anche sacerdote, e in Dio trova la forza.

Abita un locale di una vecchia cascina, con il camino e un soffitto tondeggiante che mi ha ricordato i trulli pugliesi: nella stanza ha sistemato un piccolo letto per evitare di salire le scale, il tavolo è ingombro di libri e fogli di appunti, così come sopra il camino sono ammassati altri libri, accanto alle immagini della Madonna e del Sacro Cuore. Sulla credenza un piccolo televisore e tre brocche di rame; ai lati due sedie in stile Impero e un enorme calderone di rame , “Fa acqua da tutte le parti - dice lui - ma costerebbe troppo stagnarlo”.

Abbiamo ricordato i tempi in cui ci insegnava la gioia delle Lettere, abbiamo ricostruito come un puzzle quei giorni ormai lontani, tessera dopo tessera, fino ad ottenere un quadro quasi completo. E abbiamo parlato di libri, i libri che anch’egli accatasta per terra, non essendovi sugli scaffali più posto per ospitarli. Ha apprezzato la mia predilezione per il Novecento e per il romanzo americano: Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Steinbeck.

“Leggo i libri che vengono premiati adesso: sì, c’è eleganza, estetica come diciamo noi filosofi, ma non c’è contenuto, non c’è sugo” ha detto. Poi mi ha esortato a scrivere, narrativa, poesia. Mi ha lusingato il complimento che mi ha fatto: “Già allora scrivevi bene, univi armonia e profondità”. E mi ha congedato regalandomi tre volumi di storia della filosofia. “Così, quando c’è qualche disputa, vai a rileggerti i testi dei filosofi”.

E allora, comincio: Aristotele, Etica Nicomachea: “Ogni arte e ogni ricerca, e similmente ogni azione e ogni proposito sembrano mirare a qualche bene...”


Dipinto di Albert Anker



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LA FRASE DEL GIORNO
È una prerogativa costante, in chi è maestro, contraffare la sua eccellenza.
WILLIAM SHAKESPEARE, Molto rumore per nulla, Atto II, Scena III

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