lunedì 31 marzo 2008

A Milano l'EXPO 2015

Il Bureau International des Expositions, in una cerimonia svoltasi nel foyer dell'Opéra di Parigi, ha assegnato a Milano l’Expo 2015. Il capoluogo lombardo ha ottenuto i voti di 86 nazioni rappresentate, la rivale turca Smirne 65.

Una grande occasione di cultura e di confronto per la città, che già ospitò l’Expo nel 1906. La media di visitatori prevista è di 29 milioni, ovvero 160.000 al giorno per sei mesi. Secondo gli esperti del BIE, una promozione traducibile in 500 milioni di euro.
L’Esposizione Universale milanese porterà un investimento di 20 miliardi di euro e ospiterà 120 paesi espositori su un’area di 1,7 milioni di kmq.

Settemila eventi faranno da corona alla manifestazione, che consentirà di realizzare anche 70.000 posti di lavoro.

L’edizione del 2008, interamente dedicata all’acqua, si svolgerà a Saragozza, in Spagna, dal 14 giugno al 14 settembre. L’esposizione del 2010 si terrà a Shanghai, sul tema dell’armonia con la natura, quella del 2012 a Yeosu, nella Corea del Sud.







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LA FRASE DEL GIORNO
Si può chiudere un occhio sulla realtà, ma non sui ricordi.
STANISLAW JERZY LEC, pensieri spettinati

domenica 30 marzo 2008

Buoni e cattivi


Il buono non riesce a comprendere perché qualcuno possa esercitare la cattiveria. E il cattivo, purtroppo, disprezza la bontà. Sono due strade che, quando si incontrano, creano un martire.

Nuovissima ipocrisia: mentre un tempo il cattivo si studiava di sembrare buono, oggi il buono spesso si arrabatta per dare l'idea di non esserlo. E - pecora - ulula come il lupo, mentre i lupi veri, - i quali, però sono travestiti da pecorelle - belano.
GIOVANNI GUARESCHI, Don Camillo e i giovani d’oggi

Essendo buoni è tanto difficile di sospettare in altri la cattiveria.
ITALO SVEVO, Una vita

Il mondo è diviso in buoni e cattivi. I buoni dormono meglio la notte, i cattivi se la spassano meglio il giorno.
WOODY ALLEN, Citarsi addosso


Josse Lieferinxe, "San Michele uccide il drago"


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LA FRASE DEL GIORNO
Sarebbe inutile che il mondo invecchiasse se non si correggesse.
ALEXANDRE DUMAS FIGLIO, La signora delle camelie

sabato 29 marzo 2008

Lungo l’Adda


A Cornate, lungo l'Adda, dove il fiume scorre tranquillo e sdoppiato, c'è un'antica centrale elettrica in stile Liberty con una vasca di scolo che ricorda una piramide azteca; ci sono le antiche conche che un tempo permettevano di superare con le barche il dislivello del fiume. Di fronte le orribili cave della sponda bergamasca. Eppure, in quel posto, tra magia, tecnologia e paesaggio deturpato ecco che si verifica ancora una volta il miracolo della memoria.





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LA FRASE DEL GIORNO
La disapprovazione silenziosa è la più letale.
ERNEST HEMINGWAY, Lettera a Pauline Pfeiffer, 12/11/1926

venerdì 28 marzo 2008

Polonia, 1981


ANONIMO POLACCO
UNA CANZONE PER LA FIGLIA

Non ho adesso tempo per te
Non ti ha visto da molto tua madre
aspetta ancora un po', cresci:
Ti racconteremo questi eventi
Di questi giorni pieni di speranza
Pieni di discussioni e di liti calde
Di queste notti passate malamente
Dei nostri cuori che battevano forte
Di questa gente che ha sentito
Di essere finalmente tra loro
Lottano con solidarietà per oggi
E anche per il futuro, per te
Non rattristarti quindi, aspetta con pazienza
Di tornare tra le nostre braccia
Nella nostra casa che non esisteva
Perché ci mancava
La vera felicità...


(da Il Sabato, febbraio 1982)


Oggi la Polonia è uno degli stati membri dell'Unione Europea, un paese in crescita che ha dolorosamente affrontato il proprio passato con la "lustracija", la controversa legge che imponeva a politici e intellettuali di dichiarare se avessero collaborato con il regime comunista. L'ultranazionalismo non ha però giovato al premier Jaroslaw Kaczinskij, malamente bocciato alle elezioni del 2007.

Ma nell'estate e nell'autunno del 1981, la Polonia fu al centro del mondo quando il regime del generale Jaruzelski represse duramente la pacifica rivolta dei sindacati di Solidarnosc, scoppiata nei cantieri di Danzica ed estesasi in breve a tutto il paese come un incendio. Il 13 dicembre un colpo di stato represse tutte le libertà, come era già accaduto con i governi-satellite di Mosca in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968.

In tempi difficili, sentimenti e sensazioni affidano alla poesia la loro spontanea testimonianza. Si pensi a Quasimodo e Ungaretti durante l'occupazione nazista in Italia. Ho ripescato dal mio archivio uno di questi anonimi componimenti.

Visto come si sono svolti gli eventi, a distanza di tanti anni, non si può negare una vena profetica all'autore di questi versi. Chissà se è riuscito a sopravvivere alle autoblindo del dicembre 1981. Non possiamo che augurargli di vivere felice nella Polonia europea del 2008.

Immagine: Swidnica24



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LA FRASE DEL GIORNOGli artisti hanno il diritto di essere modesti e il dovere di essere vanitosi.
KARL KRAUS, Detti e contraddetti

giovedì 27 marzo 2008

Volontà o colpa?


Sempre più frequenti sono nelle cronache degli ultimi mesi gli incidenti mortali causati da giovani ubriachi. La sera di Pasqua una donna uccisa da un rom a Settimo Torinese, la settimana prima due turiste irlandesi falciate da un ragazzo romano, l'anno scorso quattro adolescenti travolti da un nomade ad Appignano del Tronto.
È un crimine odioso per la sua stupidità. Da molte parti si invocano i giudici perché lo considerino omicidio volontario, considerando chi si mette alla guida ubriaco alla stregua di una pistola carica. Io ritengo che sia sempre e comunque un omicidio colposo, stante l'odierno Codice Penale.

L'articolo 589 definisce così l'omicidio colposo: "Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni" e precisa che "se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale (...) la pena è della reclusione da uno a cinque anni". Vi è anche l'aggravante, in caso vi siano più persone uccise o una persona uccisa e altre che riportano lesioni: in tal caso "si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni dodici".
Per "colpa" poi nell'articolo 43 il Codice intende così l'elemento psicologico: "Il delitto è colposo, o contro l'intenzione, quando l'evento, anche se preveduto, non è voluto dall'agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline".
È il caso di chi si mette alla guida in stato di ebbrezza e quindi viola le norme del Codice della Strada, è negligente e imprudente e probabilmente anche inesperto, perché ha i riflessi annebbiati dall'alcol.

Purtroppo la legge è quella che è. Mi aspetterei che i legislatori inasprissero le pene per questo determinato comportamento, ritenuto ignobile dalla maggior parte degli italiani, ma per ora mi accontenterei che i giudici applicassero alla lettera le norme e che i responsabili di tali "eventi colposi" finissero subito in carcere e ci rimanessero per dodici anni, invece di essere posti agli arresti domiciliari, come nei due casi di Roma e di Appignano. Chi guida ubriaco deve sapere quello cui va incontro. È l'unico deterrente: meno garantismo e certezza della pena.



Immagine © Wallpaper Cave


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LA FRASE DEL GIORNO
È l'Italia. La guerra per bande, continua. Clan contro clan, famiglia contro famiglia. Dove sostenere un parente e affossare un vicino di casa conta molto più che produrre qualcosa di buono. Poi ti stupisci che la nostra televisione faccia schifo?
ANDREA DE CARLO, Mare delle verità

mercoledì 26 marzo 2008

Ero giovane e sciocco

“Ma io ero giovane e sciocco”… Questi versi di Yeats mi sovvengono quando ripenso agli errori della mia gioventù. adesso - mi dico - se si potesse tornare indietro, se una macchina del tempo o qualche paradosso fisico mi potesse ricondurre indietro - saprei come comportarmi, sarei in grado di evitare gli errori, con l’esperienza, con questa sorta di saggezza che porta il crescere. “Ma ero giovane e sciocco e ora sono pieno di lacrime”.







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LA FRASE DEL GIORNO
Non è che i giovani sono invecchiati e io non me ne sono accorto?
GIUSEPPE D’AGATA, I passi sulla testa

martedì 25 marzo 2008

Oh Gesù...

Il Partito Socialista di Enrico Boselli professa il laicismo come programma politico. Alle elezioni del 2006 si era addirittura fuso con il Partito Radicale sotto lo slogan "No Vatican". Esponenti socialisti, Boselli in primis, hanno più volte attaccato il Papa e la Chiesa.
Bene. Ora apparirà uno spot del Partito Socialista con Gesù, in due versioni, di 15 e di 30 secondi. Una voce fuori campo dice: "È lui il primo socialista della storia".
Era arduo forse presentare un filmato con Bettino Craxi o con Benito Mussolini, fondatore del quotidiano del partito, ma altri padri del movimento erano certo disponibili, da Turati a Pertini.

Bell'esempio di coerenza. Una scelta ipocrita che sbugiarda i valori del partito in nome del marketing, per tentare di rianimare quell'asfittico 0,8% accreditato loro dai sondaggi.
Gesù li avrebbe scacciati dal tempio, questi mercanti socialisti, rovesciando con forza i loro banchetti pieni di manifestini pubblicitari.


Giotto, "La cacciata dei mercanti dal Tempio"


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LA FRASE DEL GIORNO
La tenerezza è anteriore alla seduzione, ecco perché è tanto difficile disperare.
MICHEL HOUELLEBECQ, le particelle elementari

lunedì 24 marzo 2008

Lo stupore



“E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto”.

È il Vangelo di Luca (24,12): si parla di Pietro, che è andato a verificare il racconto delle pie donne, preso per vaneggiamento dai discepoli. Ha trovato il sepolcro vuoto e le bende lasciate a terra. Torna a casa pieno di stupore.

Stupore. È quello che va sempre più mancando ai nostri tempi, in cui lo scientismo tecnologico tende a diffondersi come una piovra e vorrebbe misurare il mondo fin nei suoi più piccoli micron e vorrebbe spiegare tutto sulla base del visibile.
Forse solo i bambini si lasciano cogliere dallo stupore. Ma poi crescono e sono già scafati a dieci anni. Le storie di bullismo nelle scuole ne sono la testimonianza più evidente.
E allora, persa l’ingenuità un po’ naif degli antichi, ecco che per stupirsi occorrono i paradisi artificiali, i rave, le folli corse in auto. Più che lo stupore, la disperazione delle vite vuote.


George Richardson, "The empty tomb"



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LA FRASE DEL GIORNO
Perché tu sei sdegnato? E perché vai con la testa bassa? Se tu fai bene non potrai tenere alta la testa? Mentre se fai il male il tuo peccato non ti sta forse alla porta per lanciarsi su di te?
GENESI, 4, 6-7

domenica 23 marzo 2008

Mattina di Pasqua


ANDREA ZANZOTTO
ELEGIA PASQUALE 

Pasqua ventosa che sali ai crocifissi 
con tutto il tuo pallore disperato,
dov'è il crudo preludio del sole? 
e la rosa la vaga profezia? 
Dagli orti di marmo ecco l'agnello flagellato
a brucare scarsa primavera
e illumina i mali dei morti
pasqua ventosa che i mali fa più acuti.
E se è vero che oppresso mi composero a questo tempo vuoto 
per l'esaltazione del domani, 
ho tanto desiderato questa ghirlanda di vento e di sale
queste pendici che lenirono il mio corpo ferita di cristallo;
ho consumato purissimo pane. 
Discrete febbri screpolano la luce 
di tutte le pendici della pasqua, 
svenano il vino gelido dell'odio; 
è mia questa inquieta 
gerusalemme di residue nevi, 
il belletto s'accumula nelle stanze nelle 
gabbie spalancate dove grandi uccelli covarono colori d'uova e di rosei regali, 
e il cielo e il mondo è l'indegno sacrario dei propri lievi silenzi. 
Crocifissa ai raggi ultimi è l'ombra le bocche non sono che sangue
i cuori non sono che neve 
le mani sono immagini inferme della sera 
che miti vittime cela nel seno.

(da Dietro il paesaggio, Mondadori, 1951)


"Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva
risuscitare dai morti.”

GIOVANNI, 20,9

È la mattina di Pasqua. Nevica sui peschi in fiore e sono stato a Messa. La Resurrezione è avvenuta, Maria di Magdala, Giovanna e l’altra Maria hanno trovato il sepolcro vuoto e sono corse ad annunciare la lieta novella agli undici discepoli. Ascoltiamo le parole che l’Angelo rivolge loro: “Non abbiate paura“. Sono le stesse parole di coraggio che rivolse al mondo papa Giovanni Paolo II. “Non abbiate paura”. Non abbiate timore di abbandonarvi alla fede. "Morivo con te sulla croce, oggi con te rivivo".



Piero Della Francesca, Resurrezione
Pinacoteca Comunale, Sansepolcro


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LA FRASE DEL GIORNO
Occorre esser umili e sinceri per non tradire il senso della pace.
LUIGI BIANCHI, Breviario dell’alpinista (1967)




Zanzotto_AndreaAndrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921), poeta italiano tra i più importanti del secondo Novecento. La sua poesia, che scava profondamente nella materia linguistica, è legata alle tracce e alle memorie del suo paese natio: "Qui non resta che cingersi intorno il paesaggio”.


sabato 22 marzo 2008

Haiku di primavera


L’haiku, componimento che incarna l’essenzialità tipica dei giapponesi, è una poesia breve ma profonda che in soli tre versi per un totale di diciassette sillabe riesce a esprimere compiutamente una sensazione o uno stato d’animo, a cogliere il valore delle cose prossime.

Festeggiamo con qualche haiku l’inizio della primavera:

All’inizio della primavera,
vagando nel giardino,
senza uscire dal cancello.

KYOSHI

Ragazza felice di trovarsi così
ad occhi chiusi
in un giorno primaverile.
YAMAGUCHI SEISHI 

Pioggia primaverile -
proprio ora le cose
diventano splendide!

CHIYO JO 

Il susino è in fiore,
l’usignolo canta,
e io sono solo
!

ISSA 

Ode alla primavera -
non si sa
chi è l’autore.

SHIKI 






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LA FRASE DEL GIORNO
Non ci può essere amore se non si è se stessi con tutte le proprie forze.
ITALO CALVINO, Il barone rampante





Takahama Kyoshi (Matsuyama, 22 febbraio 1874 – Kanakura, 8 aprile 1959), poeta giapponese attivo durante il periodo Shōwa. Allievo di Shiki, mantenne lo stile tradizionale dell'haiku, attribuendo importanza alla funzione simbolica del kigo (parola stagionale), ed escludendo la tendenza più moderna verso haiku senza stagioni. 


Yamaguchi Seishi (Kyoto, 3 novembre 1901 – Kobe, 26 marzo 1994), poeta giapponese. È considerato uno degli autori che ha fatto di più per modernizzare la forma dell'haiku, scrivendo su argomenti non convenzionali come motori a vapore, sale da ballo, piste di pattinaggio, riunioni del consiglio, dattilografi, sport e sfilate.


Fukuda Chiyo-ni  nota anche come Kaga no Chiyo (Matto, oggi Hokusan, 1703 – 2 ottobre 1775), poetessa giapponese. I suoi haiku esprimono un profondo amore per il mondo naturaleMonaca buddhista, svolse un ruolo pionieristico nello scambio internazionale attraverso l'haiku.


Kobayashi_Issa-Portrait

Kobayashi Nobuyuki, noto con lo pseudonimo di Kobayashi Issa (Kashiwabara, 15 giugno 1763 – 19 novembre 1827) poeta, pittore e sacerdote laico buddhista giapponese. Maestro dell’haiku con  Matsuo Bashō, Yosa Buson e Masaoka Shiki, ne scrisse oltre 20.000, rinnovando il genere classico con il romanticismo, l’autobiografia e il sentimento personale.


Masaoka Shiki, pseudonimo di Masaoka Tsunenori (Matsuyama, 14 ottobre 1867 – Tokyo, 19 settembre 1902), poeta, critico letterario e giornalista giapponese. È considerato, con Matsuo Bashō, Yosa Buson e Kobayashi Issa, uno dei quattro grandi autori di haiku, l'unico a non esser vissuto nel periodo Edo.



venerdì 21 marzo 2008

Parole vuote


“Giorno dopo giorno siamo come ricoperti di sporcizia multiforme, di parole vuote, di pregiudizi, di sapienza ridotta ed alterata; una molteplice semifalsità o falsità aperta s’infiltra continuamente nel nostro intimo. Tutto ciò offusca e contamina la nostra anima, ci minaccia con l’incapacità per la verità e per il bene”.

Basta aprire un giornale o accendere la televisione su uno degli inutili “talk show” del pomeriggio o degli ancor più inutili “reality” per capire quanto siano vere e profonde queste parole pronunciate ieri da papa Benedetto XVI nell’omelia della Messa “in coena Domini”.


Foto: Reuters / AP


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LA FRASE DEL GIORNO
Colui che non vive secondo quello che crede non crede”
THOMAS FULLER, Gnomologia

giovedì 20 marzo 2008

Versi che sento miei


ALFONSO GATTO
CANTO ALLE RONDINI

Questa verde serata ancora nuova
e la luna che sfiora calma il giorno
oltre la luce aperto con le rondini
daranno pace e fiume alla campagna
ed agli esuli morti un altro amore;
ci rimpiange monotono quel grido
brullo che spinge già l' inverno, è solo
l' uomo che porta la città lontano.
e nei treni che spuntano, e nell' ora
fonda che annotta, sperano le donne
ai freddi affissi d' un teatro, cuore
logoro nome che patimmo un giorno
.



Spesso mi capita di leggere dei versi e di sentirli nella mia anima, come se già fossero lì e la poesia letta come un colpo di vento li sollevasse come dei fogli o cancellasse la polvere da un'incisione su pietra. È il caso di questo splendido componimento di Alfonso Gatto: questo è il fine cui tende il mio scrivere, ottenere una poesia di tale fattura, che sappia suscitare un'emozione così violenta nel cuore, uno stupore infinito come davanti a un'alba sul mare o a un tramonto dietro le colline.

Come adesso, il sole è già a Occidente, ma i suoi riflessi tingono d'oro le case e i pini atlantici dall'altra parte della strada. "The Golden Hour", L'Ora d'Oro, così chiamano gli inglesi questo particolare momento.


Fotografia © Daniele Riva



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LA FRASE DEL GIORNO
Gli uomini vogliono essere padroni del futuro solo per poter cambiare il passato.
MILAN KUNDERA, Il libro del riso e dell’oblio




Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.


mercoledì 19 marzo 2008

Venezia

Mi affascina Venezia, la città perduta che ogni giorno sprofonda un po’ verso gli abissi che inevitabilmente inghiottiranno i suoi ori.
È la stessa decadenza che si respira nella “Morte a Venezia” di Thomas Mann, con la città assediata dal colera.
È lo stesso sentimento che provò Guy de Maupassant: “Tutto sembra in rovina, tutto sembra sul punto di lasciarsi crollare in quest’acqua che sorregge una città logora”.

Ma a me piace pensare che se Venezia infine si inabisserà come una nuova Atlantide, “sprofonderà schiacciata da tutte le visioni, le fantasie, le storie, i personaggi, i sogni a nasi aperti che ha ispirato”, come scrive Tiziano Scarpa in “Venezia è un pesce”.


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LA FRASE DEL GIORNO
Devo ricuperare un’antica saggezza: chi riposa in se stesso non tiene conto del tempo; una vera maturazione non può tener conto del tempo.
ETTY HILLESUM, Diario 1941-1943, 18 giugno 1941

martedì 18 marzo 2008

I poeti


I poeti professano per altri quella loro sorta di religione, che ammanta la tristezza o la felicità estrema. La memoria rimane godimento, nutrirà di dolcezza la loro vecchiaia, profughi nell’esilio aspro del tempo.

Jean-Louis Ernest Messonier, "Le poète"


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LA FRASE DEL GIORNO
Le statue nude sono nude e la nudità è casta: è questo anzi il pregio della castità.
JULES BARBEY D’AUREVILLY, Le diaboliche

lunedì 17 marzo 2008

Come un testimone

Tante volte andiamo a ripescare i nostri ricordi e fatichiamo a ritrovare la loro vera realtà, a privarli degli abbellimenti apportati dai sogni o dai desideri. Ci riesce difficile essere chiari e precisi, come un testimone ad un processo durato troppi anni ormai.



Foto: Texcrime.com




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LA FRASE DEL GIORNO
L'esitazione è sempre un segno di decadenza morale nei giovani, o di debolezza fisica nei vecchi.
OSCAR WILDE, L’importanza di essere Ernesto

domenica 16 marzo 2008

Via Fani, 16 marzo 1978


Trent'anni fa, il 16 marzo 1978, era un giovedì ed alle 9.10 di quel mattino l'Italia entrava in un incubo che la tenne per due mesi sospesa in uno stato di angoscia e di rabbia, di impotenza e di indignazione.
A Roma, in via Mario Fani, nel quartiere Trionfale, una dozzina di terroristi delle Brigate Rosse mettevano in atto un'azione di tipo militare e, per rapire l'onorevole Aldo Moro, uccidevano i cinque uomini di scorta. Moro si stava recando alla Camera, dove Giulio Andreotti presentava il suo nuovo governo.

La linea della fermezza fu subito evidente: tutto l'arco costituzionale decise di rispondere così a quello che, ora dopo ora, appave come un attacco allo Stato.
Il tempo delle polemiche, delle rivisitazioni, della dietrologia, dei complotti, degli intrighi, dei cosiddetti "misteri" venne dopo. Come sempre accade in questo paese.
Ma quel giorno l'Italia, smarrita e sdegnata per quell'eccidio, con i poliziotti nelle strade di Roma, piangeva quelle cinque vite spezzate sull'Alfetta di scorta e sulla Fiat 130 di Moro.



Foto: ADNKronos


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LA FRASE DEL GIORNO
La vita divide gli amici forse più dei nemici e sulle strade opposte scende il silenzio e l'oblio.
GUIDO GOZZANO, L'erede prescelto

sabato 15 marzo 2008

Il tramonto

Mi sono chiesto spesso perché amo il tramonto, questo variare della luce, questo incendiarsi del cielo che muta a poco a poco a seconda delle stagioni e dell'atmosfera. Ricordo nuvole gialle sopra la stazione di Merano o una sera di aprile tanto dolce da approssimarsi a una sindrome di Stendhal, o ancora il sole inabissato dietro le creste dei monti della Laga, in Abruzzo.

Forse ho trovato una risposta nel "Deserto dei Tartari" di Dino Buzzati:
"Come al solito entrava al tramonto nell'animo di Drogo una specie di poetica animazione. Era l'ora delle speranze."




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LA FRASE DEL GIORNO
Sentirsi soli anche se si ha una casa in cui tornare, anche se si è amati, forse questa è la giovinezza.
BANANA YOSHIMOTO, La casa dei fantasmi, in "Ricordi di un vicolo cieco"

venerdì 14 marzo 2008

È primavera!

È primavera! Le primule, le margherite, le violette, gli occhi-della-Madonna colorano i prati, le gemme punteggiano i rami e cercano già di trasformarsi in foglie; qualche narciso si è già aperto. E stormi di migratori riempiono i cieli, presto torneranno le rondini. È il periodo dell'anno che preferisco, questo che va da metà marzo alla metà di maggio e che risveglia la terra e gli odori, probabilmente risveglia anche me!

Milano con il sole sembra diversa: i palazzi antichi sembrano meno grigi, il verde però bisogna cercarlo. Al Parco Sempione, ad esempio, oppure ai Giardini. Nel trionfo di marmo e cemento che è Piazza Duca d'Aosta, il piazzale della stazione Centrale, mi stupisco ogni anno del verde tenero che spunta sui rami di quelle poche piante e del contrasto con le tende rosse del Grand Hotel Gallia.

L'Adda invece, e le colline circostanti, si riempiono di colori: sono i ciliegi selvatici ed i castagni che fioriscono - ancora è presto però - ora si sente l'odore pungente di un fiore bianco della famiglia delle cipolle, che riempie la vallata, il sottobosco è umido e ne favorisce la crescita.


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LA FRASE DEL GIORNO
La distanza è l'ordito che regge la trama d'ogni storia d'amore come d'ogni rapporto tra viventi.
ITALO CALVINO, Prima che tu dica “Pronto”

giovedì 13 marzo 2008

Magnolia stellata


Ho sostato nel buio sotto il bianco mantello della magnolia stellata. E di quel cielo ho sentito il profumo.



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LA FRASE DEL GIORNO
La bellezza del giorno è come una bellezza bionda mentre la bellezza della notte è una bellezza bruna.
UMBERTO ECO, L'isola del giorno prima

mercoledì 12 marzo 2008

Dati digitali


Nel 2007 sono stati generati nel mondo dati digitali per 281 miliardi di Gigabyte. Ovvero, per rendere l'idea, stampandoci dei libri di cinquecento pagine e impilandoli, si potrebbe coprire la distanza tra la Terra e il Sole, che è di 150.000.000 di km, non una ma ben cinquanta volte.
E da dove provengono tutti questi dati? Sono le nostre fotografie, i film trasmessi dalle televisioni digitali, ma anche i nostri indirizzi raccolti negli elenchi, le immagini di videosorveglianza e, naturalmente, in minima parte, i nostri blog...

Immagine: mlab.taik.fi


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LA FRASE DEL GIORNO
Maturare è scoprire l'altra faccia delle cose.
NICOLÁS GÓMEZ DÁVILA, Tra poche parole

martedì 11 marzo 2008

Edmondo De Amicis


L'11 marzo 1908 moriva in una camera d'albergo di Bordighera lo scrittore Edmondo De Amicis, autore nel 1886 del retorico e lacrimoso "Cuore", passato alla storia come un classico della letteratura per ragazzi.

Era un'Italia nuova, quella descritta da De Amicis, passata attraverso l'Unità a uno scambio culturale. Era un'Italia non dissimile da quella attuale: se allora era il compagno calabrese la novità, ora è quello maghrebino o quello senegalese. Era un'Italia che costruiva il suo orgoglio, che cercava di istruire un popolo variegato.
Presto arriverà la Prima guerra mondiale a saggiare gli insegnamenti. Infatti lo sceneggiato televisivo tratto dal romanzo negli Anni Ottanta bene rappresentò gli alunni del Baretti alle prese con la guerra. Ecco che appare profetica una frase di "Cuore": "Chi rispetta la bandiera da piccolo, la saprà difendere da grande".
Il libro ebbe uno straordinario successo di pubblico, ma ottenne, soprattutto nel secondo Novecento, tante stroncature, spesso politiche, spesso motivate da una cecità di parte. Certo, il tono moraleggiante, il sentimentalismo stucchevole, la realtà rappresentata in modo così edulcorato non favoriscono una critica positiva.

De Amicis non si limitò ad una sola opera. Significativa è "La vita militare", una serie di racconti apparsa nel 1868: qui, a differenza di "Cuore", il discorso si libra su toni garbati, spesso umoristici, talora patetici, che consentono ai racconti di trasformarsi in apologhi. L'eroismo si coniuga alla bontà, alla tenerezza: qui sono i prodromi dei "racconti mensili" come "La piccola vedetta lombarda" apparsi nell'altra opera. Non è un elogio del militarismo, bensì una speranza di un'evoluzione umanitaria, spinta - secondo il classico stile di De Amicis - sulla strada del moralismo.






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LA FRASE DEL GIORNO
E comprendevo l'impossibilità contro la quale urta l'amore. Noi ci figuriamo che esso abbia per oggetto un essere che può star coricato davanti a noi, chiuso in un corpo. Ahimè! L'amore è estensione di tale essere a tutti i punti dello spazio e del tempo che ha occupato e che occuperà.

MARCEL PROUST, La prigioniera




lunedì 10 marzo 2008

Cosa cerco?

Cosa cerco io, poeta, nel tramonto? Amore, ricordo, oblio, il senso della vita? Me lo sono chiesto spesso e non ho mai trovato risposta. Per questo appena posso rimango ad osservare il sole che cade: l'emozione è impagabile, non ha parole.
Oggi no: dietro la finestra vedo una pioggia sporca e nebbiosa nonostante il calendario appeso alla parete dica che è marzo in un tripudio di colori.



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LA FRASE DEL GIORNO
La menzogna è un contagio, un veleno.
HENRYK IBSEN, Casa di bambola

domenica 9 marzo 2008

Leonardo Sinisgalli


Il 9 marzo 1908 nasceva a Montemurro, in Lucania, il poeta Leonardo Sinisgalli. "Uomo matematico" - ingegnere, lavorò alla Olivetti, alla Pirelli e all'ENI e diresse "Civiltà delle macchine" - passò da un periodo prettamente sensibile di memorie dell'infanzia inserite sullo sfondo agreste della terra natale a una fase più riflessiva, a un'astrazione favorita anche dalla sua formazione tecnologica: da qui nasce una predilezione per i toni epigrammatici, paragonabili a certi autori greci dell'Antologia Palatina.


SAN BABILA

Trascina il vento della sera
Attaccate agli ombrelli a colori
Le piccole fioraie
Che strillano gaie nelle maglie.
Come rondini alle grondaie
Resteranno sospese nell'aria
Le venditrici di dalie
Ora che il vento della sera
Gonfia gli ombrelli a mongolfiera.

da Poesie, 1938

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VIA VELASCA

Il calpestìo di tanti anni
L'ha quasi affondata, la via
Incredibilmente si è stretta.
Io ricordo la sera che alla fioca
Luce si spense ogni rumore, un grido
Disse il mio nome come in sogno e sparve.
La via s'incurva, sgocciola
Il giorno dalle cime dei tetti:
Quest'ora dolce suona nel petto.
Non è che una larva restìa
La luce, un barlume: entro la boccia
di vetro un pesce s'illumina.

da Campi Elisi, 1939







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LA FRASE DEL GIORNO
Il castigo di quelli che hanno amato troppo le donne è di amarle sempre.
JOSEPH JOUBERT, Pensieri, giudizi, note




Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta,  saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.


sabato 8 marzo 2008

Sliders

Sul canale digitale Steel del pacchetto Mediaset Gallery va in onda un telefilm americano degli anni Novanta: "Sliders". Si tratta di quattro viaggiatori - del genere "turisti per caso" - tra le varie dimensioni.
È l'Odissea omerica applicata alla fantascienza: in pratica il fine cui tendono i quattro è lo stesso di Ulisse, ovvero il ritorno a casa, dalla quale sono stati strappati nel corso di un esperimento non perfettamente riuscito.
Quinn Mallory, geniale studente di fisica, il suo professore Maximilian Arturo, l'amica Wade Wells e Rembrandt Brown, un cantante di rhythm and blues caduto in disgrazia e imbarcato per errore mentre gli si palesava una svolta nella vita, sono i quattro protagonisti.

Non la maga Circe o Nausicaa, non i Lotofagi o le Sirene ma certamente quello che di misterioso e di magico questi esseri incarnano essi incontrano nelle loro peregrinazioni. C'è un'America governata dai comunisti, una trasformata in monarchia, un'altra derivata dagli antichi Egizi, c'è un mondo dove l'economia si gioca a poker, un altro in cui si deve sopravvivere ad un gioco di ruolo, uno basato sul consumismo, uno in cui le donne hanno il ruolo sociale degli uomini. Insomma, una bella applicazione di antropologia, per riflettere su come le cose potrebbero essere diverse o come potrebbero cambiare.




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LA FRASE DEL GIORNO
Invecchiando, si ha sempre più la tendenza a rifugiarsi nel passato.
THOMAS PYNCHON, V.

venerdì 7 marzo 2008

Anna Magnani

Anna Magnani nasceva cento anni fa, il 7 marzo del 1908. C’è una sua fotografia che rimarrà nell’immaginario collettivo degli italiani: è la scena di “Roma città aperta” nella quale, vestita di nero, insegue il camion dei nazisti che stanno portando via il suo uomo. Sarà falciata da una raffica di mitra.
L’intensità di quell’interpretazione vale a rappresentare la caratura di un’attrice completa, che meritò anche l’Oscar per “La rosa tatuata” e che fu l’attrice per eccellenza del dopoguerra italiano.


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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è la lingua materna della razza umana.
GEORG HAMANN, Aesthetica in nuce

giovedì 6 marzo 2008

Uomini e donne

Uomini e donne ragionano e comunicano in modo completamente differente. Non servono fior di saggi medici e sociologici per spiegarlo. Probabilmente è un senso innato in tutti noi, affinatosi con l'evoluzione. Quasi proverbiale è divenuto il titolo di un libro: "Le donne vengono da Venere, gli uomini da Marte".

C'è voluto un arguto pensatore come Karl Kraus per indicare nella Vienna di Freud che: "La donna ama uno per tutti, l'uomo tutte per una".
È indubitabile: Don Giovanni è un uomo, Anna Karenina è una donna.

Questo perché, come scrive Molière nelle "Furberie di Scapino": "Gli uomini non sanno amare a lungo come le donne, e gli ardori che essi danno a vedere sono fuochi che si estinguono con la stessa facilità con cui si accendono". Sembra di vederlo, il farfallone amoroso che vola di fiore in fiore...

Uomini e donne ragionano per schemi ben definiti ed applicano erroneamente il proprio al sesso opposto. Ne parla Pierre Louys in "Afrodite": "L'anima delle donne è di una semplicità a cui gli uomini non possono credere". È un'incomprensione reciproca, che molto spesso ferisce. Lo dice William Faulkner in "L'urlo e il furore": "Le donne non arrivano mai a conoscerci per quello che siamo perché nascono con una grande fertilità di sospetti che ogni tanto dà giustamente il suo frutto".

Occorrerebbe capirsi, mettersi nei panni l'uno dell'altra, non erigere muri e barricate, ma aprire varchi, costruire ponti, così da rendere obsoleta questa massima settecentesca di Nicolas de Chamfort: "I rapporti fra gli uomini e le donne sono come il commercio degli europei in India: un commercio guerriero".

Disegno: Toni Allen


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LA FRASE DEL GIORNO
Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettar niente che è terribile.
CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere, 15 settembre 1946


mercoledì 5 marzo 2008

La felicità di niente

Ieri mattina ero nel cortile del Castello Sforzesco: dalla porta della Torre del Filarete, con il suo cancello a griglia appeso, si vedeva la grande fontana dai tanti getti. Davanti sostavano turisti giapponesi, piccole silhouettes nere nel controluce. Un cielo dove piccole nuvole nascondevano il sole creando uno straordinario effetto di luce completava la magica atmosfera del momento. Un buon odore di fumo di legna esalava dal banchetto delle caldarroste nel piazzale.
Il momento, dicevo. Nel momento, in quel tempo sospeso, quasi che il flusso delle cose si fosse fermato, forse neppure un minuto, ho provato la felicità di niente, quella gioiosa dolcezza immotivata che sorprende all'improvviso.



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LA FRASE DEL GIORNO
Quando la vita reale non ti dà nulla allora si cerca di vivere di miraggi. Meglio questo che niente.
ANTON CECHOV, Zio Vanja

martedì 4 marzo 2008

Il primo sboccio

"Il primo sboccio delle foglioline è un divampare di fiammelle verdi.
La gemmazione avviene in mezzo al seccume. Rami rotti, secchi, spezzati, mettono verde e s'ergono".


Così annotava Cesare Pavese il 15 marzo 1945 nel suo diario, pubblicato postumo con il titolo "Il mestiere di vivere".
Sì, è un miracolo che stupisce ogni anno. Sembra inatteso, anche se ormai le stagioni si accumulano sulle nostre spalle. Eppure, ogni marzo, ogni primavera, ecco che ci meravigliamo come bambini davanti allo spettacolo della vita.



Fotografia © Daniele Riva


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LA FRASE DEL GIORNO
Di tutta la memoria vale solo il dono illustre di evocare i sogni.
ANTONIO MACHADO, Soledades




Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950), scrittore, poeta, traduttore, saggista e critico letterario italiano. Nato poeta con Lavorare stanca, si è poi dedicato alla narrativa scrivendo romanzi famosissimi: Paesi tuoi, La luna e i falò, La casa in collina. I suoi temi principali sono il mito e la terra.


lunedì 3 marzo 2008

Leggere e pensare

Un aforisma dello storico inglese Arthur Helps dice che "Leggere è il modo migliore per non pensare". Per me è invece un mondo parallelo in cui entrare, in cui immedesimarsi o essere spettatore degli eventi. Non so se ci si possa nascondere, forse è un sospendersi dalla realtà per tuffarsi in quella virtuale delle pagine.



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LA FRASE DEL GIORNO
Quando si è in pace si possono vagliare motivi e meriti; ma quando infuria la guerra, innocenti e colpevoli cadono alla stessa maniera.
PUBLIO CORNELIO TACITO, Annali, I, 48

domenica 2 marzo 2008

Mimnermo

Il mito e l’epos si affacciano nella poesia di Mimnermo, elegiaco greco del VII secolo avanti Cristo, soprattutto - sembra - nelle perdute “Smirneide” e “Nanno”. Ma dal centinaio di versi che hanno passato i secoli di lui ci possiamo fare l’idea di un Leopardi ionico: traspare infatti un pessimismo legato al passare del tempo, allo sfiorire della giovinezza, all’avvicinarsi della vecchiaia.
La sua ricerca è quella del godimento degli avari fiori della gioventù, lontano però dal “carpe idem” oraziano: sullo sfondo rimane sempre l’ombra incombente delle Parche. Celeberrimo è il paragone della vita umana alla caducità delle foglie: in definitiva l’edonismo si fonde nell’angoscia in una trama fitta, formando così il tessuto delle sue liriche.

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Al modo delle foglie che nel tempo
fiorito della primavera nascono
e ai raggi del sole rapide crescono,
noi simili a quelle per un attimo
abbiamo diletto del fiore dell'età
ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.
Ma le nere dee ci stanno sempre al fianco,
l'una con il segno della grave vecchiaia
e l'altra della morte. Fulmineo
precipita il frutto di giovinezza,
come la luce d'un giorno sulla terra.
E quando il suo tempo è dileguato
è meglio la morte che la vita.

Traduzione: Salvatore Quasimodo

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Uno è splendido: passa la stagione, e non l’onorano
e non l’amano più nemmeno i figli
.


Traduzione: Filippo Maria Pontani

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È, gioventù preziosa. come un sogno
precario. Incombe subito, alta sul capo, lei,
quella vecchiezza squallida e sinistra
che fa l’uomo aborrito e senza pregio e scuro:
una fascia che sconcia gli occhi e l’anima.


Traduzione: Filippo Maria Pontani





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LA FRASE DEL GIORNO
Un secondo è un secolo in miniatura.
RAMÓN GÓMEZ DE LA SERNA, Mille e una greguería




Mimnermo  (Colofone o Smirne, VII secolo a.C. – prima metà del VI secolo a.C.), poeta elegiaco greco antico. Fu soprattutto poetaa dell'amore sensuale; cantò i piaceri della vita con un senso di malinconia per il rimpianto della giovinezza che fugge, per la consapevolezza della caducità di tutte le cose.

sabato 1 marzo 2008

Marzo

Marzo: mese di attesa
EMILY DICKINSON

Marzo è il terzo mese, ma anticamente, fino al 153 a.C., apriva l’anno. Logico: la primavera è l’inizio, la fase germinativa, la vita che si apre dopo il lungo letargo invernale. È il momento dell’anno in cui le notti e i giorni si equivalgono, un equilibrio che segnala il passaggio da un tempo a un altro.

Un equilibrio che non si riflette però sul clima: marzo è proverbialmente pazzo, vi regna un’instabilità anarchica che va dalla neve al sole caldo, attraversando il vento più bizzarro e le piogge più disparate, dall’acquazzone alla pioggerellina.





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LA FRASE DEL GIORNO
Qualsiasi atto diventa importante se è connesso a un altro. La connessione cambia la prospettiva. Induce a pensare che ogni parvenza del mondo, ogni voce, ogni parola scritta o detta non abbia il senso che appare, ma ci parli di un segreto.
UMBERTO ECO, Il pendolo di Foucault